Assologistica illustra le proposte per il rilancio del settore
Assologistica, che rappresenta oltre 250 imprese nazionali ed estere, pari al 75% dell’intero fatturato italiano del settore logistico in conto terzi che ammonta a circa 40 mld di euro, in audizione alla IX Commissione della Camera dei Deputati, ha illustrato le problematiche del settore.
Il presidente Carlo Mearelli ha sintetizzato in alcuni punti le risposte che gli operatori si aspettano per la ripartenza economica delle imprese: visione di sistema e unica regia, per sopperire alla mancanza di coordinamento nelle realizzazioni infrastrutturali; le infrastrutture come competenza esclusiva nazionale; aggregare imprese; hub portuale per il Sud Europa; un hub aeroportuale merci per l’Italia; manutenzione straordinaria della rete viaria ed utilizzo delle fasce orarie, accorpamento delle piccole imprese.
“La dotazione del sistema stradale italiano in termini chilometrici è ampiamente paragonabile a quello dei maggiori Paesi dell’Europa con alcune punte di saturazione nelle aree a maggiore domanda ed in alcuni orari della giornata. Il gap percepito non è effettivo e si ignora la capacità non utilizzata. Il tema dell’autotrasporto è un capitolo che ormai attiene alla Corte di Giustizia Europea”, ha spiegato Mearelli.
Negli ultimi due punti, Mearelli cita, in primo luogo la definizione dei gates di ingresso e le piastre intermodali utili: “Anche la rete ferroviaria italiana è ampiamente paragonabile ai maggiori Paesi Europei – spiega – ma la mancanza di una pianificazione reale delle piastre logistiche e la realizzazione speculativa degli interporti di fatto non consente investimenti mirati per un’effettiva realizzazione di nodi multimodali”.
Infine l’introduzione dello sportello unico e l’accorpamento imprese: “un nuovo approccio – sottolinea – ha indotto molti Paesi del Nord Europa ad effettuare le necessarie verifiche su carichi provenienti da altri Paesi durante il periodo di navigazione ed Olanda e Germania adottano da anni il sistema definito dello smart country, ove i controlli di ogni natura vengono coordinati da un solo ente, che emette clearance di importazione senza attese, creando un disagio competitivo ai Paesi dell’area Schengen non ancora attrezzati sui tempi di rilascio della merce. Non solo dal sistema pubblico emergono temi di isteresi, anche il privato per sua dimensione ridotta è parte di questo processo non virtuoso”.