Costi minimi autotrasporto, Anita: sì agli accordi di settore
Eleuterio Arcese, confermato Presidente di Anita, ha aperto la parte pubblica dell’Assemblea Generale dell’associazione con un intervento sul “Trasporto che vogliamo”. Competitivo, organizzato ed efficiente: queste le tre parole chiave individuate dall’Assemblea. Arcese si è soffermato anche sui costi minimi.“Sbaglia chi crede che i costi minimi possano risolvere i problemi del comparto –ha affermato- e c’è da augurarsi che essi non siano fonte di ulteriori inefficienze e criticità per il settore e per l’intera economia”. Anita comunque apre all’ipotesi di accordi di settore in deroga ai costi minimi di sicurezza, così come del resto sottoscritto in un documento firmato giovedì anche da Confindustria.
“Un documento che per Confindustria rappresenta però un punto di arrivo e non un punto di partenza”, ha affermato nel suo intervento Cesare Trevisani, vicepresidente di Confindustria per le infrastrutture, la logistica e l’intermodalità.
Il documento di Anita
Costi minimi, accordi di settore, ma anche terzo turno, carico e scarico delle merci, Europa. Tanti i temi affrontati dal presidente Arcese (vedi documento allegato), poi ripresi dagli interventi di Antonio Cancian, componente della Commissione Trasporti del Parlamento Europeo, dal presidente dell’Unione Interporti Riuniti, Alessandro Ricci, e dal presidente di Assoporti, Francesco Nerli.
“È fondamentale puntare sulla intermodalità” – ha sottolineato il Presidente della Uir Ricci, che ha ribadito la assoluta mancanza di conflittualità tra il mondo dell’autotrasporto e le altre modalità” “E’ necessario stabilire le risorse da destinare all’autotrasporto stabilendo delle priorità che consentano di incentivare l’intermodalità e la riduzione delle emissioni nei prossimi quattro-cinque anni, lavorando anche sulla formazione. Per questo mi piacerebbe avere la collaborazione di Anita” ha concluso Ricci. Un nuovo fondo per realizzare le infrastrutture al servizio del sistema portuale italiano è invece stato chiesto da Francesco Nerli, Un fondo che dovrebbe trovare le risorse anche dalla normativa europea Eurovignette.Sul tema dell’attuazione della norma riguardante i tempi di carico e scarico nel porto delle merci per l’autotrasporto, Nerli ha ribadito al Governo, rappresentato nell’occasione dal Sottosegretario Giachino, la necessità “di definire congiuntamente una cornice omogenea, un Accordo di programma quadro che consenta in ogni porto, salvaguardando le specificità locali (analogamente a quanto fatto a Genova), di individuare un percorso ed impegni reciproci tra autotrasportatori e committenza finalizzato all’attuazione di quella norma”.
La risposta del Governo
Il sottosegretario ai Trasporti Giachino, intervenendo sui costi minimi, ha chiesto un’altra settimana di tempo prima di giudicare il risultato finale.
“Un risultato che porterà benefici a tutti, anche alla committenza – ha affermato Giachino – e che consentirà una graduale rimodulazione degli attuali fondi destinati al settore, circa 700 milioni.
Una volta che l’autotrasporto riuscirà a trovare risorse dal mercato sarà infatti possibile dirottare questa cifra sulle politiche industriali di settore, in particolare aggregazioni e riduzioni del costo del lavoro”.
La posizione di Confindustria è stata invece ribadita dal vicepresidente Trevisani (leggi relazione allegata), che ha parlato di “forte preoccupazione” sui costi minimi.
“La sicurezza è un bene di tutti, un obbligo e non un costo”, ha affermato il vicepresidente di Confindustria nel suo intervento conclusivo.
La relazione di Arcese (Anita)
La relazione di Trevisani (Confindustria)