L’Italia unita dalle ferrovie
“Sono esse le ferrovie, che, collegando colla rapidità dei mezzi di trasporto le varie parti della penisola, debbono cementare mirabilmente la appena conquistata unità politica della patria”. Nel dicembre del 1860, l’allora ministro dei Lavori Pubblici del nascente Regno d’Italia Stefano Jacini evidenziava con queste parole l’urgenza di collegare fra loro gli italiani tramite un’efficiente rete di trasporto ferroviario, per attirare inoltre il commercio internazionale verso i porti della penisola.
Nell’Italia del marzo 1861 si contavano in esercizio 2.189 chilometri di ferrovie, ma i vari tronchi, dal Piemonte al Regno delle Due Sicilie, dal Lombardo-Veneto allo Stato Pontificio, risultavano slegati tra loro, in molte zone del Sud i binari mancavano del tutto e ben 34 province su 59 esistenti erano prive di strade ferrate. Fu il decennio successivo a dare nuovo impulso alla realizzazione delle più importanti direttrici ferroviarie, che accorciarono le distanze unendo il Paese nel segno di una rinnovata mobilità. Nel novembre 1875 nacque la linea Firenze-Roma via Terontola-Chiusi, con i suoi 316 chilometri corrispondenti all’attuale Linea Lenta. La Ventimiglia-Genova-Pisa, pur scavata in buona parte nella roccia, vide invece la luce nell’ottobre 1874, per ricongiungersi alla Pisa-Grosseto-Roma esistente fin dal 1867.
Al Sud, Reggio Calabria venne raggiunta prima da Taranto nel 1875 e poi da Battipaglia nel 1895. Quattro anni dopo, nel novembre 1899, iniziava il regolare servizio delle navi traghetto atte al trasporto di carri sullo Stretto di Messina. In Sicilia, nel gennaio 1867 fu completata la Messina-Catania e nel 1895 la Messina-Palermo. In Sardegna, il primo tronco Cagliari-Villasor venne inaugurato nel 1871, mentre Sassari si raggiunse solo nel luglio 1880. Fra le linee trasversali, la Roma-Ancona era stata completata nel 1866, la Napoli-Foggia nel maggio 1870, la Napoli-Potenza-Taranto nel dicembre 1880 e la Roma-Pescara nel luglio 1888.
Un cenno a parte merita il Nord Italia, dove le ferrovie, oltre che avvicinare l’Italia all’Europa, anche attraverso i trafori alpini, ebbero un’importanza strategica per le guerre d’indipendenza. I lavori della trasversale Milano-Venezia, chiamata la “Ferdinandea” in onore dell’imperatore Ferdinando I d’Austria, cominciarono nell’aprile 1841 e terminarono il 12 ottobre 1857 con il completamento del tratto Treviglio-Bergamo.
E ancora oggi le ferrovie continuano a unire, non più solo l’Italia ma l’Europa. Pochi giorni fa sono iniziati, per un valore di oltre 700 milioni di euro, i lavori sul primo lotto della Treviglio-Brescia, costola dell’Alta Velocità Milano-Verona a sua volta inserita nel corridoio europeo Lisbona-Kiev. L’investimento complessivo per la Treviglio-Brescia è di 2.050 milioni di euro. La conclusione dei lavori è prevista nel 2015. Intanto, mercoledì 16 marzo alle 21.20 sarà issato, su un pennone di 32 metri e in diretta tv su Rai Uno, un tricolore monumentale di 40 metri quadri davanti a Roma Termini. La Fanfara dei Bersaglieri accompagnerà l’alza bandiera con l’esecuzione dell’inno di Mameli. (foto Stefano Paolini)
Vincenzo Foti