Riscoppia il caso Arcelor: autotrasporto sul piede di guerra
Nuovo fronte di protesta dall’indotto-appalto di ArcelorMittal a Taranto. I trasportatori che operano per conto del siderurgico hanno evidenziato problematiche inerenti al pagamento delle fatture scadute e all’avvio, da parte di ArcelorMittal, di una nuova piattaforma per la gestione di tutti i servizi di trasporto.
“Sui pagamenti relativi al lavoro fatto – hanno spiegato i trasportatori ad AGI – siamo fuori già di due mensilità e non vediamo alcuna luce, nè ci è stata indicata una data di pagamento”.
“Ma quello che ci preoccupa di più – sostengono ancora gli operatori del settore – è la nuova piattaforma che l’azienda vuol far partire. In pratica, qualsiasi trasportatore, da qualsiasi parte d’Italia, può iscriversi ed offrire ad ArcelorMittal i suoi servizi. Per noi, questa piattaforma ha una sola finalità: spingere al massimo la concorrenza tra i trasportatori con ArcelorMittal che sceglie chi pratica il prezzo più basso. Scade domani il termine per iscriversi alla piattaforma – dicono ancora i trasportatori – e noi in queste ore stiamo valutando che fare. Avevamo chiesto di sospendere per ora l’avvio della piattaforma, visto che siamo in emergenza Coronavirus, le attività sono ferme e alla ripresa si rischia di scatenare una guerra dei prezzi poiché tante aziende vogliono necessariamente ripartire”.
“ArcelorMittal, ancora oggi, sta insistendo con telefonate fatte dal capo degli acquisti, Domenico Ponzio, affinché noi ci iscriviamo alla piattaforma – aggiungono i trasportatori di Taranto -. Ma non può essere una iscrizione alla cieca, senza garanzie, senza un minimo di certezze. Noi non possiamo essere al servizio di ArcelorMittal solo quando fa comodo, vedi, per esempio, la mattina di Pasqua, che siamo scesi a lavorare con i nostri mezzi perche’ l’azienda aveva da caricare una nave, e poi essere sbaragliati dalla concorrenza al ribasso, magari anche da parte di chi non sa cosa vuol dire organizzare il trasporto di materiale siderurgico. Piuttosto, ArcelorMittal ci dia subito le risposte sui pagamenti che non ci sono ancora. Ci ha detto l’azienda – aggiungono i trasportatori – che la piattaforma serve anche ad avere contezza dei pagamenti da corrispondere. Ma non è così, perché le nostre bolle sono già registrate, l’azienda sa benissimo quello che deve versarci”.
A novembre scorso, per più di una decina di giorni, i trasportatori, insieme ad altri imprenditori dell’indotto-appalto, stazionarono con i loro mezzo davanti alla portineria C del siderurgico perché ArcelorMittal non li pagava. Il presidio – che comunque garantì le attività essenziali del siderurgico – fu poi tolto a seguito di un accordo, raggiunto anche con l’intervento di Regione Puglia e Comune Taranto. Ora, però, il problema dei pagamenti si è riproposto.