Liguria: Assotrasporti chiede lo stato di emergenza per la precarietà del sistema viario italiano
A seguito della nuova emergenza viabilità sulle autostrade liguri (il crollo di parte del soffitto della galleria Bertè sulla A26 in direzione Genova del 30 dicembre 2019) Assotrasporti ha avanzato nuovamente la richiesta di esenzione “totale del pedaggio” per tutti i liguri e per tutte le autostrade presenti in tutto il Paese.
Il Governo, con una conferenza urgente tra MIT e Aspi, ha chiesto l’accelerazione dei tempi di manutenzione e l’istituzione di un osservatorio MIT-Aspi sui controlli realizzati dalla concessionaria. In risposta, Aspi ha disposto la riduzione del pedaggio per il tratto interessato del 50% e il termine dei lavori di verifica sulle gallerie di competenza entro due mesi.
“Di sicuro un primo passo è stato fatto, ma è necessario che siano predisposti interventi più ampi per andare incontro a tutti gli utenti delle strade, autostrade e ferrovie delle zone in cui si verificano continui e costanti rallentamenti” dichiara Secondo Sandiano, presidente di Assotrasporti.
“Inoltre, è necessario che ci sia un maggior impegno da parte della pubblica amministrazione: i tempi per i controlli sulle infrastrutture sono troppo lunghi e, a quanto sembra, non coordinati. Il Governo deve dichiarare lo stato di emergenza, rendere l’Ansfisa (l’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali appositamente creata dopo il crollo del Ponte Morandi) immediatamente operativa e coinvolgere tutte le strutture possibili: Anas, Comuni, Province, Regioni, concessionari autostradali, etc., impiegando anche i reparti specifici dell’Esercito, come l’Arma del Genio”.
“Per rendere l’operazione fattibile in tempi brevi e con costi contenuti, dovrà essere precettato/distaccato il personale necessario per far fronte all’emergenza per uno o più giorni alla settimana. Inoltre, si dovrebbe fare appello al senso di responsabilità civica delle persone coinvolte, chiedendo di mettere alcune ore del proprio tempo libero al servizio della comunità, così come fanno i volontari per far fronte alle grandi emergenze. Dopo il crollo del Ponte Morandi il volontariato si è mosso, ma ormai le persone erano morte. La nostra richiesta è di mettere lo stesso impegno per prevenire queste situazioni. Il rovescio della medaglia sarà un rallentamento delle pratiche ordinarie degli Enti pubblici, ma la lentezza delle amministrazioni è cosa nota, cosa importa aspettare qualche giorno in più se questo ritardo può salvare delle vite?”, conclude l’associazione.