Autotrasporto: a Foiano della Chiana la Festa del Camionista
Da venerdì 2 a domenica 4 settembre, lo stadio dei Pini di Foiano della Chiana nella provincia di Arezzo, ospiterà la sesta edizione della Festa del Camionista, una manifestazione nazionale degli operatori del settore.
“Per fare festa ma anche per riflettere e spiegare i problemi e le ragioni della nostra categoria – spiega Giuseppe Brasini, Presidente provinciale Cna Fita, l’associazione che organizza l’evento -. Nel 2006 abbiamo inventato questa festa: nella prima edizione abbiamo avuto 6.000 partecipanti. In quella dello scorso anno 20.000. Un fortissimo trend di sviluppo che testimonia la validità della formula e la progressiva attenzione ai nostri temi”.
Il programma prevede le acrobazie di auto, moto, camion e trattori. Ci saranno musica, bar, ristoranti. Nonché spettacoli di cabaret e sfilate di moda. Tradizionale appuntamento, infine, con l’elezione di Miss Camionista.
“Faremo festa – annuncia Brasini – ma affronteremo anche i problemi del nostro settore che si stanno aggravando. Molte aziende hanno già chiuso e molte non torneranno in strada a settembre. Siamo stretti in una morsa che rischia di soffocarci. Da una parte diminuiscono le commesse perché la crisi generale riduce sia la quantità che le potenzialità dei nostri committenti. Dall’altra aumentano i costi di gestione: basta pensare all’impennata del costo del gasolio. Questi aumenti gravano solo sui nostri bilanci perché la aziende per le quali lavoriamo non se ne fanno certo carico. Anzi: i tempi di riscossione si allunga incredibilmente arrivando talvolta fino a 150 giorni. I 30 che rappresenterebbero la norma, fanno ormai parte della storia. In questo modo la nostra categoria, che si vede restringere costantemente il credito, finisce, quasi per ironia, con il ‘far da banca’ ai committenti”.
La situazione, secondo Cna Fita, è quindi ormai insostenibile. “Da tempo abbiamo avviato un confronto con il Governo – conclude Brasini. Molte sono le priorità che abbiamo sottoposto ma due elementi li riteniamo centrali. Il primo è la definizione di un parametro di costo minimo del servizio. Non possiamo lavorare a costi di gestione superiori a quelli di incasso: in questo modo siamo condannati tutti a chiudere ed è solo questione di tempo. Il secondo elemento è rappresentato dai tempi di pagamento: 5 mesi non sono sostenibili e bisogna tornare non dico a 30 giorni ma quanto meno a non superare i 60”.