ACI Europe: a ottobre rallenta crescita traffico passeggeri, ancora in calo il cargo
A ottobre il traffico passeggeri attraverso la rete aeroportuale europea è aumentato del 2,1%. Anche se solo di un decimale sotto il risultato di settembre (+2,2%), si tratta della performance mensile più debole finora nel 2019. Il traffico merci, invece, ha continuato a diminuire per il 12° mese consecutivo, segnando un -2,6% (rispetto al -2,8% di settembre).
Questi, in sintesi, i dati contenuti nell’ultimo rapporto sul traffico aereo per il mese di ottobre diffuso da ACI Europe, che misura i voli di aviazione commerciale: full service, regionali, low cost e charter.
L’aumento del traffico passeggeri europeo è stato in gran parte guidato dagli aeroporti dei Paesi non Ue, che hanno registrato un +4,6%, in miglioramento rispetto a settembre (+3%).
Il risultato è frutto della crescita a due cifre registrata negli aeroporti in Ucraina, Montenegro, Macedonia del Nord, Albania, Bosnia Erzegovina, Serbia, Israele e Armenia – nonché della crescita (sebbene più moderata) negli aeroporti di Russia, Moldavia e Turchia. Al contrario, il traffico passeggeri continua a diminuire in Islanda a seguito del fallimento di WOW la scorsa primavera, con l’aeroporto di Keflavik (-34,6%) in forte calo. Anche gli aeroporti in Svizzera e Georgia hanno registrato una riduzione – sebbene molto più ridotta – del traffico passeggeri, mentre gli aeroporti norvegesi hanno registrato una crescita debole. Di conseguenza, le migliori prestazioni del traffico passeggeri sono venute dagli aeroporti Kiev-Boryspil (+22,3%), Tirana (+20%), Tel Aviv (+15%), Antalya (+14,8%), Yerevan (+14,8%), Sarajevo (+14,3%), Mosca-Vnukovo (+14,2%), Belgrado (+13,5%) e Skopje (+13,1%).
Continua il rallentamento della crescita del traffico passeggeri negli aeroporti dell’Ue, che a ottobre hanno registrato un aumento di passeggeri dell’1,3% (in calo rispetto al +2% del mese precedente). Il risultato è frutto della limitata capacità di espansione che interessa ormai le compagnie aeree, delle politiche industriali in Germania e in Italia, nonché dell’impatto del crollo nel mese di settembre di Aigle Azur, XL Airways, Adria Airways e Thomas Cook. Questi fallimenti di compagnie aeree hanno colpito particolarmente Lubiana (-38,5%), East Midlands (-13,9%), Glasgow (-13%), Parigi-Orly (-12,4%), Newcastle (-7,5%), Birmingham (-3,6%) e aeroporti che servono le Isole Canarie (-6% collettivamente per Las Palmas, Tenerife Nord, Tenerife Sud, Fuerteventura e Lanzarote).
Polonia, Estonia e Croazia sono gli unici mercati dell’Ue in cui gli aeroporti hanno ottenuto aumenti a due cifre del traffico passeggeri – con aeroporti in Ungheria, Austria, Repubblica ceca, Lussemburgo, Malta, Lettonia e Lituania comunque interessati da una crescita dinamica. Oltre alla Slovenia, gli aeroporti in Regno Unito, Germania, Svezia, Slovacchia e Bulgaria hanno registrato una diminuzione del traffico passeggeri, mentre quelli in Francia, Paesi Bassi e Danimarca hanno registrato solo una crescita marginale.
Tra gli aeroporti più grandi e di capitali Ue, gli aumenti più considerevoli di passeggeri provengono da: Tallinn (+11,2%), Vienna (+10,2%), Budapest (+9,8%), Lussemburgo (+9,7%), Riga (+9,3%), Malta (+8,6%), Londra Luton (+8,4%), Varsavia (+8,2%) e Praga (+8,1%).
Per quanto riguarda i Majors (i 5 principali aeroporti europei), hanno riportato una performance appena al di sotto della media del settore a +1,8%, in leggero miglioramento rispetto al mese precedente (+ 1,2%). Paris-CDG ha ottenuto ancora una volta la migliore performance (+4,1%), seguita da vicino da Istanbul (+3,3%), che ha migliorato le prestazioni rispetto a settembre. Francoforte (+1%), Londra-Heathrow sempre alle prese con limitazioni dovute alla capacità (+0,5%) e Amsterdam Schiphol (+0,3%) sono cresciuti a un ritmo più lento.
Nel frattempo, le prestazioni degli aeroporti regionali più piccoli (meno di 5 milioni di passeggeri) hanno continuato a peggiorare a -1,3% (da -0,7% a settembre).
Il 54% degli scali appartenenti a questa categoria ha perso passeggeri durante il mese di ottobre, rispetto al solo 33% per il resto del settore aeroportuale.
Tra gli aeroporti regionali più piccoli, i maggiori aumenti di passeggeri hanno caratterizzato: Charkiv (+69,6%), Kutaisi (+44,6%), Nis (+43,9%), Zara (+41,8%), Turku (+38,3%), Tivat (+33,1%), Memmingerberg (+25%) e Dubrovnik (+22,7%). Tra quelli più grandi (oltre 5 milioni di passeggeri), in testa alla classifica si posizionano Cracovia (+30,4%), Siviglia (+14,8%) e Bordeaux (+14,3%).
Come per i mesi precedenti, la flessione del traffico merci in ottobre è rimasta concentrata sugli aeroporti dell’Ue (-3,4%), mentre negli aeroporti non Ue si registrano ancora volumi in crescita (+1,4%).
Dei primi 10 aeroporti europei per il trasporto merci, solo 2 hanno visto il loro traffico in aumento: Liegi (+2,2%) e Lussemburgo (+1,9%).
Tra gli aeroporti del Gruppo 1, che ospitano oltre 25 milioni di passeggeri e hanno riportato una crescita del 2,1%, spiccano le performance di: Antalya (+14,8%), Vienna (+10,2%), Istanbul Sabiha (+7,1%), Bruxelles (+6,4%) e Lisbona (+6,2%).
Tra gli aeroporti del Gruppo 2, in grado di accogliere tra 10 e 25 milioni di passeggeri, che hanno riportato una crescita media del 3,2%, emergono i risultati di: Milano Malpensa (+31,2%), Kiev KBP (+22,3%), Tel Aviv (+15%), Mosca VKO (+14,2%) e San Pietroburgo (+10,6%).
Nel Gruppo 3, che comprende gli aeroporti che accolgono da 5 a 10 milioni di passeggeri, che hanno registrato una crescita media dell’1,3%, emergono in particolare Cracovia (+30,4%), Siviglia (+14,8%), Bordeaux (+14,3%), Belgrado (+13,5%) e Riga (+9,3%).
Nel Gruppo 4, che comprende gli aeroporti in grado di accogliere meno di 5 milioni di passeggeri all’anno, cresciuto in media dello 0,4%, emergono in particolare Bucarest (+913,4%), Ocrida (+191,5%), Mostar (+112,3%), Charkiv (+69,6%) e Chambery (+62,5%).