Ferrovie: il polso della liberalizzazione
Le compagnie ferroviarie private procedono lentamente alla conquista di nuovi spazi. Nel mese di dicembre, l’Agenzia Nazionale per la Sicurezza nelle Ferrovie ha rilasciato sei certificati di sicurezza ad altrettanti operatori, merci e passeggeri, che li autorizza ad estendere il servizio ad altri tratti della rete di Rfi. I documenti (consultabili sul sito dell’Agenzia) sono stati rilasciati, in aggiunta alle precedenti autorizzazioni, a Railone per le linee dei compartimenti di Napoli e Bologna, a Compagnia Ferroviaria Italiana per la direttrice Adriatica, per la Novara-Milano e per la tratta Parma-S.Stefano Magra della ‘Pontremolese’ e a Crossrail Italia per i compartimenti di Trieste, Verona, Venezia, Bologna, Milano, Genova e Firenze. Linea Spa corre sulle linee facenti capo a Trieste e Udine, sulla Venezia-Treviso, sulla Milano-Chiasso e sulla Parma-S.Stefano Magra. Sul versante passeggeri, Ferrovie dell’Emilia Romagna (Fer) allarga il suo raggio d’azione alle linee Bolzano-Fortezza-Brennero e Novara-Milano mentre Ntv, al solo scopo di formare il personale dei propri treni, è autorizzata a correre sulla Bologna-Padova-Mestre.
Tutto questo mentre, nel complesso, la liberalizzazione delle ferrovie procede con marcia a vista. Nel ramo passeggeri, a causa delle controversie con Db-Obb circa le fermate intermedie dei treni austro-tedeschi in territorio italiano e per le difficoltà di Arenaways, che nel servizio regionale Torino-Milano è stata costretta a ridurre le corse per scarsa frequentazione. Resta l’attesa spasmodica per l’esordio di Ntv, che dal prossimo autunno potrebbe trasformare in parte la fisionomia delle ferrovie in Italia. Circa le merci, secondo Confetra, da gennaio a settembre del 2010 si è registrato un calo del 10,8% delle tonnellate/km movimentate rispetto al 2009. Iniziative come il Ferrobonus (2 euro per treno/km) rappresentano una sfida alla mentalità del comparto, dal momento che, per fruire delle agevolazioni, occorre, fra gli altri adempimenti, commissionare alla ferrovia treni completi e mantenere volumi di traffico adeguati nel tempo. Insomma, spostare dalla strada alla rotaia la maggior quantità di merci possibile.
Nel frattempo Fs, la più grande azienda italiana, ha inserito nel piano industriale 2011-2015 il riassetto di Trenitalia Cargo, prevedendo il taglio delle tratte meno redditizie e dei trasporti a carro singolo e la riduzione (da 240 a 200) dei terminali operativi. La Divisione Cargo potrebbe essere inoltre scorporata in una ‘best company’, che conserverebbe buona parte del materiale rotabile e del personale, e in una ‘bad company’, in cui verrebbero accantonati i treni più vecchi e tutti i debiti.
Vincenzo Foti