Trieste, Serracchiani: dogane, estero e sistema regione sono le priorità per il futuro del porto
Continuare a rafforzare il rapporto con le dogane, chiarendo tutti gli aspetti che servono a far funzionare il porto franco; insistere sulle fortissime relazioni internazionali che il Porto di Trieste ha tessuto con l’accompagnamento delle istituzioni, Regione in primis; convincersi pienamente del fatto che Trieste è il porto di un’intera piattaforma regionale, con quattro interporti che fanno sistema. Sono queste le priorità per il futuro che la presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani ha indicato ieri sera intervenendo alla riunione dell’International Propeller Club del capoluogo giuliano.
Riflettendo sui dati, tutti in crescita, illustrati dai maggiori operatori che fanno base sullo scalo di Trieste, Serracchiani ha poi sottolineato che “le Istituzioni sono importanti ma non bastano, ci vogliono anche gli operatori e a Trieste non sono mancati quelli che credono in sé stessi e investono”. Per quanto riguarda il Piano regolatore del porto, la presidente ha sottolineato la continuità di indirizzo, al di là delle vedute politiche, ricordando che ci aveva cominciato a lavorare la precedente presidenza dell’Autorità portuale, e portato poi a termine da quella attuale. “Ciò che ha chiuso il cerchio – ha confermato – è stato il decreto del porto franco internazionale, perché è quello che ha dato la spinta a presentare il porto di Trieste nella sua unicità”.