L’Iran riapre all’Italia, una chance da 7 miliardi di euro per le nostre imprese
Il Business Forum Italia-Iran ha portato a Teheran circa 200 imprese, 20 associazioni imprenditoriali e 12 gruppi bancari per un totale di 370 partecipanti e una platea di 1.500 operatori. In programma sessioni tecniche per i settori Automotive, Ambiente e rinnovabili, Apparecchiature medicali, Meccanica e Materiali da costruzione e oltre 700 incontri B2B.
Presente l’ambasciatore italiano Mauro Conciatori che lavorava da mesi alla missione, organizzata dai ministeri degli Esteri e dello Sviluppo economico, da Icem Abi, Confindustria e Unioncamere.
Secondo il viceministro dello Sviluppo Carlo Calenda l’auspicio è che con la prossima revoca delle sanzioni “si tornino a creare le condizioni per trarre vantaggio dalla complementarietà dei due sistemi produttivi che condividono anche il fatto di essere costituiti per il 90% da piccole e medie imprese. L’Italia è stata il primo partner commerciale con l’Iran con un interscambio che nel 2011 superava i 7 miliardi di euro, e importanti partenariati industriali in campo energetico, infrastrutturale e siderurgico”.
“L’obiettivo, da parte nostra, è ritornare in due-tre anni, non di più, al livello di interscambio del 2011, precedente alle sanzioni, cioè 7 miliardi di euro. Ma con un salto di qualità: se prima 5,3 miliardi dell’interscambio erano importazioni italiane, quasi la totalità di greggio, ora bisogna trovare forme di diversificazione industriale”, ha concluso il Viceministro.
Licia Mattioli di Confindustria ha annotato che “ora, dopo l’Implementation Day dell’accordo sul nucleare (atteso a inizio 2016), è tempo per l’Italia di tornare a rinvigorire i legami economici del passato, mai interrotti anche nei momenti più duri delle sanzioni grazie anche a imprese italiane rimaste nel Paese: da Danieli a Fata, da Maire Tecnimont ad Ansaldo e Immergas e oltre quaranta piccole e medie imprese.
Una partita che riguarda le infrastrutture (porti, aeroporti e ferrovie) ma anche il settore automobilistico che attualmente in Iran è in espansione. Un mercato da 80 milioni di persone, porta per un bacino cinque volte più grande, oggi dominato dai francesi. “L’Iran programma investimenti infrastrutturali per 15 miliardi di dollari, aperti anche alle iniziative italiane – ha commentato il ministro iraniano dell’Industria, miniere e commercio Mohammad Reza Nematzadeh – Quanto alla Fiat, che nel 2005 ipotizzava una cooperazione con Teheran, possiamo far ripartire la collaborazione”.