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Emissioni

Redazione T-I
12 Maggio 2009
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La combustione del gasolio nel motore diesel produce emissioni gassose composte da differenti sostanze, alcune delle quali sono nocive per l’ambiente e la salute umana. Quelle ritenute pericolose sono gli idrocarburi incombusti (HC), il monossido di carbonio (CO), gli ossidi d’azoto (NOX) ed il particolato (PM).

Negli ultimi trent’anni è progressivamente aumentata la sensibilità dell’opinione pubblica, e di conseguenza delle istituzioni, sul problema delle emissioni nocive dei motori degli autoveicoli (sia diesel, sia a ciclo Otto). La Comunità Europea se ne sta occupando fin dal 1988 e nel 1991 ha emesso la prima normativa per la limitazione delle emissioni (regolamento 91/542). Essa imponeva limiti massimi per i quattro inquinanti principali ed è nota come Euro1. È entrata in vigore nell’ottobre 1992 per i veicoli di nuova omologazione e nell’ottobre 1993 per quelli di nuova immatricolazione (separazione che è stata mantenuta anche successivamente). Rispetto alla situazione precedente (definita Euro0), questa prima regolamentazione si è focalizzata soprattutto sugli ossidi di carbonio e d’azoto e sugli idrocarburi incombusti. La seconda fase Euro2 – entrata in vigore nel biennio 1995/1996 – ha proseguito su tale linea, cominciando anche ad intervenire in modo più radicale sul particolato.

La normativa attualmente in vigore è la Euro3 (introdotta nel biennio 2000/2001), che ha comportato un notevole sforzo tecnologico da parte dei costruttori di autocarri. Con la Euro2, infatti, si erano sfruttati a fondo tutti i miglioramenti offerti dai sistemi meccanici, come il turbocompressore, e dall’ottimizzazione dei componenti ottenuta con l’ausilio della progettazione al computer. Per soddisfare i nuovi parametri, ci volevano soluzioni inedite ed è intervenuta l’elettronica, usata in modo massiccio soprattutto nel sistema d’iniezione (in particolare, aumentandone la pressione). Ma anche questi sistemi hanno ormai raggiunto la maturità tecnologica e per rispettare le norme Euro4 (che entreranno in vigore nel biennio 2005/2006) c’è voluto un ulteriore salto tecnologico.

La normativa Euro4 si focalizza sulla riduzione del particolato e degli ossidi d’azoto. Il problema è che se si migliora ulteriormente la combustione si riduce il particolato, ma aumentano gli ossidi d’azoto, mentre se si opera per diminuire questi ultimi, crescono il particolato ed i consumi di carburante. Insomma, si è raggiunto un limite fisico che non consente più di trovare la soluzione all’interno della camera di combustione, com’è stato fatto finora. La ricerca si è quindi spostata lungo il condotto di emissione, cercando sistemi per il post-trattamento dei gas che possono spezzare le molecole degli ossidi d’azoto e trasformarle in sostanze innocue, oppure intrappolare le particelle di particolato in appositi filtri. Tali sistemi sono già pronti e le Case li stanno progressivamente introducendo sui veicoli industriali.

L’Unione Europea ha già previsto i limiti Euro5, che entreranno in vigore nel 2008 (ma tale data non è ancora certa). Rispetto all’Euro4, è prevista solo la riduzione degli ossidi d’azoto, che dovranno essere pressoché dimezzati.

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