Piemonte, Fase2 mobilità: trasporti ripartono in coordinamento con Liguria, Lombardia e Valle d’Aosta
Dal 4 maggio in Piemonte ripartirà il 45-50% di bus e treni, in concomitanza con la riapertura di molti uffici e attività produttive e l’avvio della cosiddetta Fase 2 dell’emergenza da Covid-19. Illustrando le linee guida che hanno orientato il lavoro fatto in queste settimane dalla Regione, l’assessore ai Trasporti Marco Gabusi ha sottolineato che un punto importante è stato coordinare le azioni con le amministrazioni delle Regioni limitrofe, per una ripresa graduale ma costante dei servizi.
“Il coordinamento con i nostri vicini è stato fondamentale per capire come affrontare questa nuova fase. La ripresa del servizio di trasporto pubblico – ha spiegato Gabusi – è un tema su cui stiamo lavorando di concerto con tutti i territori limitrofi. Liguria, Lombardia e Valle d’Aosta sono i nostri interlocutori quotidiani: vogliamo ripartire coordinati con l’obiettivo di dare un servizio utile a chi dovrà muoversi già nei prossimi giorni e, soprattutto successivamente, in vista del graduale riavvio delle attività nelle prossime settimane, fino alla riapertura delle scuole a settembre”.
Per quanto riguarda i passi successivi, la Regione si aspetta un’interlocuzione più stretta dal Governo soprattutto sul problema della sicurezza: su chi debba occuparsi di garantirla e su come sostenerne i costi, tema, quest’ultimo, quanto mai delicato per le aziende di trasporto che stanno già fronteggiando enormi problemi di cassa a causa del drastico calo degli introiti dalla bigliettazione.
“Sulla sicurezza – continua Gabusi – vorremmo dal Governo maggior chiarezza: non possiamo pensare che le aziende siano responsabili dei controlli a bordo dei mezzi per far valere le regole sul distanziamento sociale, così come non ha ancora chiarito chi si accollerà l’extra costo per le aziende dovuto alla mancata bigliettazione per la ridotta capienza a bordo.
Le aziende, a partire da Trenitalia, ma anche tutte le imprese locali che erogano servizi di trasporto pubblico, hanno dimostrato ampia disponibilità per potenziare le misure di sicurezza, dall’igienizzazione all’allestimento a posti ridotti della Fase 2, ma dal punto di vista economico vanno sostenute. Non possono essere lasciate da sole.
Non nascondiamo che ci sono problemi di cassa per tutte le aziende di trasporto pubblico; stiamo centellinando le risorse cercando un equilibrio per tutti i soggetti per poter dare il servizio ai cittadini senza far crollare le aziende. Abbiamo chiesto 600 milioni ma non ci sono state certezze dal Ministro dei Trasporti: vedremo se ci saranno nuove notizie nel decreto di maggio”.