Integrazione ferro-bus: si guarda anche al modello tedesco
L’integrazione tra treno e bus e lo studio del Politecnico di Milano sul “Contratto di servizio lunga percorrenza di Trenitalia”, commissionato da Anav e presentato lo scorso 11 novembre, sono ancora all’ordine del giorno in fatto di mobilità.
Gli interventi dei presenti alla tavola rotonda che ha dato il via al dibattito sul rinnovo della mobilità convergono nella volontà di rendere più efficiente il sistema dei trasporti.
Diverse le posizioni prese durante la discussione in merito alla possibile integrazione treno – bus. Il segretario nazionale della Filt-Cgil, Alessandro Rocchi, non si è dimostrato convinto dell’applicazione di questa soluzione nell’orario diurno, ma propone un sistema di adduzione alla ferrovia e, solo in qualche caso, di sostituzione con bus.
A soffermarsi sui costi, invece, è stato il presidente di Asstra, Massimo Roncucci, che ha sottolineato come a quelli standard vadano aggiunti quelli su gomma e i relativi a metro, tram e il sistema su ferro.
“Noi parliamo di integrazione tra sistema ferro e sistema gomma per dare maggiori e migliori servizi ai cittadini contribuendo a ridurre la spesa pubblica razionalizzando e garantendo così un diritto alla mobilità che deve essere universale”, ha spiegato il presidente di Anav, Nicola Biscotti.
Nel corso del dibattito è stato indicato come modello di riferimento il sistema tedesco.
In particolare Giuseppe Proto, del Gruppo Arriva, ha detto: “In Germania, dopo la riforma del trasporto, i servizi regionali sono stati affidati ai Land, mentre i servizi di lunga percorrenza sono stati sottratti a obbligo di servizio pubblico. Sulle linee a lunga percorrenza il vero concorrente delle ferrovie è stato il bus: nel 2013 vi erano 160 linee gran turismo che hanno trasportato 700 mila passeggeri. Ciò ha comportato che la Db ha costituito una nuova società, la Db intercity bus, e ha soppresso alcuni collegamenti ferroviari”.