Mobilità: Anav, con l’integrazione treno/bus un risparmio del 20%
Fare il punto della situazione con operatori e istituzioni per cercare di migliorare le politiche industriali e analizzare lo stato della mobilità, è stato il focus del convegno “Contratto di servizio lunga percorrenza di Trenitalia: prospettive di risparmio attraverso l’integrazione con l’autobus”.
La conferenza, organizzata a Roma, intendeva spiegare l’analisi commissionata da Anav (Associzione nazionale autotrasporto viaggiatori) al Politecnico di Milano e allo Studio Meta per approfondire le possibili integrazioni tra treno e autobus nelle linee di lunga percorrenza.
In occasione della tavola rotonda che ha dato il via all’evento si è aperto il dialogo per una proposta politica sulla mobilità, alla presenza del presidente Anav, Nicola Biscotti, il direttore generale per l’intermodalità del ministero dei Trasporti, Enrico Finocchi, il presidente della commissione lavori pubblici del senato, Altero Matteoli e il presidente della commissione trasporti alla camera, Michele Meta.
Paolo Beria, a capo del team di esperti che hanno curato lo studio di settore, ha evidenziato che rivisitare l’offerta, integrando bus e treno, farebbe ridurre i costi del 20% con un aumento del bacino d’utenza dell’8%.
Ad oggi, infatti, per il servizio ferroviario universale di lunga percorrenza lo Stato spende 220 milioni all’anno per un contratto di servizio con Trenitalia: a questi si aggiungono altri 3mila milioni di euro spesi dalle regioni per il servizio ferroviario che le riguarda.
“La progressiva perdita di efficacia di questi servizi – scrive l’Anav in un comunicato -, che hanno visto diminuire sistematicamente i passeggeri (sia in numero che in ricavi totali) ha confermato l’inadeguatezza in termini di servizio per l’utenza oltre che il costo, pubblico ed industriale, sempre meno sostenibile. L’Associazione ha voluto mettere in luce agli operatori e alle istituzioni, la non più trascurabile esistenza di spazi di possibile miglioramento e soprattutto le concrete proposte di politica industriale, nel più ampio processo, certamente complesso, di analisi delle attuali modalità di garanzia del diritto alla mobilità”.