A400M: Airbus ora si appella ai governi
I motori dell’A400M ispezionati su disposizione dell’Agenzia europea Easa a fine 2016, dopo il rinvenimento di alcune cricche nella camera di combustione di un A400M della Malesia, non presentano nessuna nuova crepa. Parola di Airbus, che tuttavia continua ad incontrare gravissime difficoltà sul quadrimotore da trasporto tattico, nonostante alcuni upgrade di tipo tattico siano stati eseguiti. Altre ispezioni seguiranno a breve, ma si tratta di quelle previste dal programma dopo le 500 ore di volo. Florian Taitsch, portavoce di Airbus ha dichiarato all’agenzia Reuters che si è trattato di “un incidente isolato”. Conferme anche da parte dell’Aeronautica tedesca, che ha ispezionato 10 dei suoi motori. Piccole fessure sono state rinvenute, ma – assicura la Forza Armata – di natura tale da non aver alcun impatto sulla sicurezza del velivolo.
Intanto, il prime contractor ha chiesto una ministeriale europea per contenere le perdite che continuano ad affliggere il programma, pari per l’esercizio fiscale 2016 ad extra costi per 2,2 miliardi di euro (di cui 1,2 miliardi nel quarto trimestre). La richiesta-appello di Airbus, indirizzata alle sette nazioni Nato clienti del programma, è finalizzata a limitare la propria esposizione finanziaria rispetto alle penali imputabili a ritardi e problemi tecnici. In una lettera indirizzata ai governi partner: Belgio, Francia, Germania, Lussemburgo, Spagna e Turchia, Airbus ha parlato di “rischi significativi” sul programma, valutato in origine 20 miliardi di euro e già arrivato a costare oltre 30.
“Siamo impegnati sul progetto. Tuttavia abbiamo il dovere di sostenere la sopravvivenza del gruppo”. Scrivono i vertici.“Mettere in sicurezza il programma e dargli esecuzione – aveva dichiarato in numero uno di Airbus Group, Tom Enders, gioni fà nell’illustrare i risultati relativi al bilancio 2016 – è una delle nostre priorità per il 2017”. Nel 2016 le consegne del velivolo sono state 17 (nel 2015 erano state 11), a cui se ne aggiungono due effettuate nel 2017. Le maggiori criticità dello scorso anno, ma solo le ultime in ordine di tempo, hanno riguardato da un lato la gearbox del propulsore, che ha determinato un aumento delle ispezioni e dall’altro i miglioramenti alle capacità tattiche del velivolo richieste dai governi partner, che in più di una occasione non hanno risparmiato aspre critiche al costruttore europeo. Le trattenute di contante – fa sapere Airbus – da parte dei clienti peseranno per tutto il 2017 e soprattutto nel 2018. “Le sfide maggiori rimangono quelle sulle capacità contrattuali di avere sufficienti ordini export, sulla riduzione dei costi e sull’esposizione commerciale, che potrebbe essere significativa”.“Viste le ingenti perdite”, Airbus ha pertnato chiesto un incontro a livello ministeriale per fare il punto della situazione e decidere i passi da intraprendere nell’ “interesse del programma, dei clienti e dell’industria della difesa europea”. Incontri pare siano stati richiesti, oltre che all’agenzia governativa che sovrintende il programma, l’Occar, anche al consorzio che produce il motore turboelica del velivolo, principale causa dei ritardi accumulati, Europrop International. Di esso fanno parte Safran, Rolls-Royce, MTU Aero Engine e ITP (Industria Turbo Propulsores).