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Federmobilità chiede un ‘New Deal’ per il Tpl
AUTOBUS

Federmobilità chiede un ‘New Deal’ per il Tpl

Redazione T-I
16 Aprile 2010
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“Occorre un “New Deal” del trasporto pubblico locale. Le amministrazioni pubbliche devono avere un approccio più integrato per le politiche urbane e le aziende doveno diventare più attrattive per il cliente/passeggero”. Il messaggio è stato lanciato da Federmobilità, l’associazione che raggruppa i maggiori assessorati italiani ai Trasporti, nel corso del workshop “Il Futuro per la Mobilità Sostenibile: Nuovi comportamenti e Tecnologie innovative” che si è tenuto a Vercelli nell’ambito dell’Energyblot, il II salone delle Energie rinnovabili.
“L’implementazione e l’efficientamento dei servizi di trasporto nelle aree urbane può influire benevolmente su diversi aspetti della vita collettiva – ha detto Giovanni De Nicola, vicepresidente di Federmobilità e assessore alle Infrastrutture e Trasporti della Provincia di Milano – Ma occorre assicurare la collaborazione di tutti i soggetti coinvolti in un nuovo “patto per la mobilità”. All’appello si è aggiunto anche Piergiorgio Bertone, assessore ai Trasporti della Provincia di Torino che ha concluso l’incontro di Vercelli.
Le motivazione del “New Deal” sono state esposte da Claudio Masi, rappresentante di Federmobilità presso l’Uitp (Union International des Transport Publics). Dal punto di vista economico-finanziario, ogni posto di lavoro nel Tpl ne genera fra 2,5 e 4 indiretti, mentre il costo del trasporto nelle città con un’alta quota di mobilità ciclistica e pedonale è la metà rispetto alle realtà dove l’uso dell’auto è ancora preponderante. Il costo medio della congestione è dell’ordine del 2% del Pil nazionale. Sul fronte del risparmio energetico, il trasporto pubblico è 2,2 volte più efficiente per passeggero trasportato/km rispetto all’auto privata. Un dato particolarmente significativo in società dipendenti da fonti energetiche combustibili.
Il “New Deal” dovrebbe passare attraverso diversi step. In primis, occorre rendere le aziende più attrattive, sviluppando servizi orientati al cliente e multimodalità. Anche gli enti pubblici devono fare la propria parte attraverso un approccio integrato alle politiche urbane, creando un quadro di riferimento normativo, economico e di regolazione che consenta la Tpl di essere attraente per i clienti, ma anche per gli investitori e per i lavoratori. Infine, molto importante è assicurare fonti di finanziamento e di investimento stabili per il settore.
L’automazione e le nuove tecnologie possono contribuire a questo processo. “Solo uno spostamento di utenza dal trasporto privato a quello pubblico può ottenere uno sviluppo sostenibile – ha spiegato Adriano Alessandrini, docente del Centro Trasporti e Logistica dell’Università La Sapienza di Roma – Due tecnologie dell’informazione e comunicazione, per la gestione delle flotte e per l’automazione, possono contribuire significativamente a rendere il trasporto pubblico più simile a quello privato in termini di qualità del servizio”. Mentre le forme di alimentazione più sostenibili contribuiranno al miglioramento dell’aspetto ambientale. “Le strategie portanti del percorso di avvicinamento all’auto ad energia rinnovabile con emissioni zero sono sostanzialmente due – ha spiegato Adriano Santiangeli, docente del Centro Traspoprti e Logistica della Sapienza dell’Università di Roma – La prima, è la possibilità dei motori a combustione interna di essere alimentati da biocombustibili, la seconda è l’elettrificazione crescente della trazione, pensata non solo nell’utilizzo Zev ma anche nella produzione da rinnovabili del vettore energetico necessario alla sua alimentazione”

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