Porti: Trieste e Area Science Park lanciano la sfida della circular economy
Il contesto economico e la crescita demografica pongono sfide sempre più pressanti alle città e ai territori. In risposta, l’innovazione propone un nuovo modello di sviluppo, la cosiddetta economia circolare, basata su processi collaborativi di simbiosi industriale e nuovi modelli di business. E’ stato questo il tema trattato nell’incontro organizzato a Trieste da AREA Science Park e Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale in collaborazione con Intesa Sanpaolo e la rete Enterprise Europe Network della Commissione Europea. Esperti e imprese si sono confrontati su soluzioni e i modelli innovativi per cogliere le opportunità di sviluppo che questi modelli possono portare alle città portuali.
Il porto franco di Trieste, in considerazione del suo specifico regime giuridico, può offrire soluzioni interessanti e per certi aspetti ancora inesplorate, per le imprese che operano circular economy sui flussi di prodotti mossi lungo le catene di logistica. Proprio in quest’ottica AREA Science Park, AdSP del Mare Adriatico Orientale e Samer Co&Shipping stanno lavorando alla realizzazione di un hub industriale innovativo basato sull’integrazione e la valorizzazione di asset già presenti sul territorio: dalla logistica portuale all’elevata concentrazione di enti di ricerca con personale altamente qualificato.
“Il porto di Trieste e la città sono circondati dalla più grande concentrazione di cervelli a livello mondiale. – ha dichiarato il presidente dell’AdSP del Mare Adriatico orientale Zeno D’Agostino – Una simile realtà non può essere scollegata dalla portualità ed è scandaloso non aver messo in precedenza questi cervelli a disposizione del territorio”. Per il direttore di AREA Science Park, Stefano Casaleggi, “si tratta di una sfida che deve mobilitare tutte le energie presenti sul territorio: noi lavoriamo soprattutto su biotecnologie e materiali strategici. Qui si possono creare merci d’avanguardia e sfruttare il sistema logistico”.
Obiettivo del progetto è attrarre imprese innovative ad alta vocazione tecnologica in grado di generare concreti impatti su attrattività e sviluppo economico del territorio. Entro l’anno – fanno sapere – ci sarà il primo insediamento industriale. Un primo passo per la realizzazione dell’hub è stata la recente proposta della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia di ridefinizione del Sito di interesse nazionale (SIN) di Trieste. La proposta, che in tempi brevi sarà recepita da un decreto del Ministero dell’Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare, darà un’accelerazione ai procedimenti amministrativi connessi alla bonifica delle aree oggi ritenute inquinate che si trovano a ridosso del Canale industriale di Trieste.
Andrea Coen Tirelli