Porti, Conftrasporto: 2017 e 2018 saranno il banco di prova della Riforma
L’Italia non è ancora guarita e la ‘cura dell’acqua’ deve continuare. Il 2017 ed il 2018 saranno il banco di prova della Riforma dei porti. E’ quanto emerge del focus sul settore marittimo presentato oggi a Cernobbio nell’ambito del 3° Forum Internazionale di Conftrasporto-Confcommercio.
In particolare sono due le tematiche trattate. Relativamente alla Riforma dei porti la strada intrapresa è quella giusta ma bisogna andare avanti considerando che nel Linear Shipping Connectivity Index il sistema portuale e logistico italiano si conferma stagnante, con una crescita negli ultimi 12 anni di circa l’8% contro una crescita di quello spagnolo di quasi il 50%. Mentre nel rapporto intermodale mare-strada vengono assorbiti insieme oltre il 95% dei percorsi svolti dalla merce. La fetta più grossa va al mare (58,2%), seguito dalla strada (36,9%).
L’interconnessione, in crescita, traccia nuove gerarchie: primo attrattore è il settore marittimo, i porti diventano i nuovi hub e registrano un incremento dei traffici intermodali fra il 2005 e il 2016 pari al +25% per le rotabili e al +40% per i container. Sempre meno luoghi di destinazione finale delle merci e sempre più aree di scambio tra modalità di trasporto, i porti alimentano anche il traffico intermodale su ferro (come avviene in Friuli e Liguria), che realizza negli ultimi 11 anni un incremento del 17% Il trasporto terrestre è invece il principale vettore di raccordo verso la destinazione finale dei prodotti. Mare e strada assorbono insieme oltre il 95% dei percorsi svolti dalla merce (nel 2015 mare 58,2%, strada 36,9%).