Privatizzazione Fs sia opportunità di crescita per l’intero Paese. Lo chiede una mozione in Senato
Nel corso di questa settimana verrà discussa in Senato una mozione in merito alla privatizzazione del gruppo Ferrovie dello Stato italiane. Il processo di privatizzazione riguarderà fino al 40% del gruppo, potrà avvenire in più fasi e verrà strutturato in modo tale da mantenere in capo allo Stato la proprietà della rete dell’infrastruttura ferroviaria. Il gestore dell’infrastruttura dovrà garantire agli operatori un accesso equo e non discriminatorio alla rete.
Il gruppo Fs, tramite la controllata Rete ferroviaria italiana, è concessionario dello Stato e proprietario della rete nazionale dell’infrastruttura ferroviaria che ha un’estensione di 16.700 chilometri e svolge la sua funzione sulla base di ricavi assicurati dall’utenza, ma anche sulla base di consistenti trasferimenti dello Stato e delle Regioni per sostenere in misura significativa il costo del servizio e trasferimenti statali per coprire la totalità del costo degli investimenti e della manutenzione della rete.
Il gruppo Fs, attualmente di totale proprietà pubblica, ha evidenziato nel 2014 un fatturato di 8,4 miliardi di euro, un utile netto di 303 milioni, investimenti per 4,26 miliardi di euro e 69.100 dipendenti.
Nel testo della mozione, i firmatari Sonego, Filippi, Esposito, Borioli, Cantini, Cardinali, Margiotta, Orrù, Rannucci chiedono al Governo l’impegno su alcuni punti fondamentali:
– sottoporre all’attenzione del Parlamento tutti i passaggi rilevanti del processo di privatizzazione del gruppo FSI;
– promuovere con tempestività la definizione di un autorevole piano industriale del gruppo FSI e delle sue controllate con l’obiettivo di farne, anche in coerenza con il piano nazionale della portualità e della logistica: a) un protagonista del trasporto ferroviario europeo, b) la fondamentale leva della modernizzazione del trasporto ferroviario nazionale tanto per le merci che per i passeggeri (lunghe distanze di mercato, obbligo di servizio regionale), c) lo strumento fondamentale per la politica dello scambio modale con riferimento particolare ai porti e agli interporti;
– proporre al Parlamento la programmazione e il finanziamento pluriennale di incentivi al trasporto ferroviario delle merci del tipo “ferrobonus”; individuare gli aspetti tecnici più efficaci per assicurare la pubblicità della rete dell’infrastruttura ferroviaria, l’obiettivo dell’indipendenza del suo gestore, nonché l’auspicabile separazione societaria del medesimo indicata nell’Atto del Governo n. 251;
– disporre indirizzi del processo di privatizzazione che facciano confluire, e riconfluire, nella società del gruppo FSI, proprietaria e concessionaria della rete dell’infrastruttura ferroviaria nazionale, tutti i beni, oggi allocati in altre società del gruppo (segmenti di rete, scali, depositi, officine e impianti di natura tecnologica), che sono invece direttamente necessari a garantire agli operatori l’accesso equo e non discriminatorio alla rete;
– disporre indirizzi del processo di privatizzazione che promuovano la dismissione dei beni immobili del gruppo FSI non più funzionali alle strategie di trasporto, di modo tale che questi possano essere oggetto di risanamento ambientale e recupero urbano;
– prevedere un autorevole programma pluriennale di investimenti statali per la modernizzazione dell’infrastruttura ferroviaria e del materiale rotabile;
– varare una nuova disciplina statale quadro che favorisca, nel rispetto dell’ordinamento comunitario, la modernizzazione del trasporto ferroviario regionale dei passeggeri con lo scopo di assicurare maggiore efficienza, affidabilità e qualità, in particolare accelerando il processo di riforma del trasporto pubblico locale e del trasporto ferroviario universale, nazionale e regionale.