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Privatizzazione Tirrenia, la ‘road map’ di Confitarma

Redazione T-I
21 Luglio 2009
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Fine della commistione tra servizio pubblico e mercato, scorporo delle regionali marittime, privatizzazione affidata alle Regioni con procedure trasparenti e pulite. Sono i punti cardine, anzi, “i punti cardinali di una nuova rotta” che Confitarma ha sottoposto al Governo per la soluzione della questione Tirrenia.

Il documento degli armatori italiani fissa così una “road map” per la privatizzazione del gruppo che si articola in 10 punti. “Tirrenia”, afferma Confitarma, “deve cessare di essere un problema. Ciò può avvenire solo se l’azienda e il suo ruolo vengono calati nel sistema economico di riferimento”. A tal fine, deve cessare la “commistione perversa fra servizio di interesse sociale, e linee che dovrebbero essere gestite in una pura ottica economica”.

“Tirrenia”, spiegano gli armatori, “è stata sino ad oggi una realtà disomogenea. E’ questo il nodo centrale da sciogliere. Il primo passo  non può che essere uno scorporo delle linee di interesse sociale” – cioè quelle volte a garantire alle isole la continuità territoriale – “dalle linee non sovvenzionabili. Il passaggio del controllo delle Regionali marittime Toremar, Caremar, Saremar e Siremar, assume quindi i caratteri di urgenza”.

Secondo Confitarma, nel passaggio di competenze alcune linee non redditizie andranno lasciate definitivamente alle regioni, soprattutto per quanto riguarda Sardegna e Puglia (con le isole Tremiti), per le quali Confitarma suggerisce lo strumento di intese ad hoc con le regioni.

E proprio le regioni “dovrebbero gestire la cessione del capitale delle società regionali a uno o più operatori privati, individuati con procedure ad evidenza pubblica. Così facendo, rilevano gli armatori, si eliminerebbe il rischio di possibili conflitti di interesse che potrebbero scaturire dall’accentramento di più ruoli in un unico decisore pubblico.  “Spetterà poi alle singole Regioni, titolari delle politiche sul trasporto pubblico locale, il compito di scegliere modalità e tempi anche di gare di appalto per la gestione del servizio sovvenzionato”

“Scorporata dalle Regionali marittime, Tirrenia dovrebbe cessare formalmente di essere un peso per lo Stato”, spiega la Confederazione. Che prende in considerazione la via alternativa, la privatizzazione, “con conseguenti idonee soluzioni occupazionali da assumere a livello governativo”. In ogni caso, avvertono gli armatori, occorre rispettare le scadenze: definendo le procedure di privatizzazione e liberalizzazione dei servizi entro la scadenza comunitaria del 31 dicembre 2009.

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