Porti: nasce intesa P3, Gioia Tauro si propone per la Zes
Il porto di Gioia Tauro si trova sulla principale rotta seguita dalle navi porta container che collegano il Nord Europa con l’Asia, attraverso l’Oceano indiano e il Golfo Persico, per poi entrare nel Mar Mediterraneo dal Canale di Suez e proseguire verso destinazione finale attraverso lo Stretto di Gibilterra e la Manica. Su ferro Gioia Tauro potrebbe beneficiare della realizzazione della rete transeuropea (TEN T) destinata a congiungere Berlino e Palermo. Intanto il trasporto marittimo si sta attrezzando. E’ di poche settimane fa la realizzazione di un’intesa tra tre delle maggiori compagnie di trasporto container al mondo: la MSC, la Maersk e la CMA CGM. L’alleanza, denominata ‘P3’, ha lo scopo dichiarato di migliorare e ottimizzare i servizi offerti. Il nuovo conglomerato ha una capacità operativa potenziale di movimentazione di 2,6 milioni di container, attraverso 255 navi su 29 rotte che collegano Asia, Europa, Pacifico e Atlantico. L’alleanza dovrebbe essere operativa nel 2014.
Il nuovo gigante del trasporto marittimo parla quindi esclusivamente europeo. A fronte di ciò, il mercato asiatico e in particolare la Cina risponde con lo sviluppo di una politica di sviluppo degli scali portuali. E’ del luglio scorso infatti la notizia che le autorità cinesi hanno dato il via libera alla creazione della prima zona di libero commercio nel porto di Shangai dove sarà possibile operare al di fuori delle regole doganali. L’altra mossa è invece quella di un accordo per l’affitto di una parte del porto greco del Pireo, porta di ingresso per il Mediterraneo e il mercato del Nord Europa. Nel 2010 infatti, la Cosco, società controllata dal governo di Pechino, ha investito 3,3 miliardi di euro per acquisire il controllo del molo 2 del porto commerciale, con una concessione della durata di 35 anni. Il porto del Pireo, con un traffico di 1,4 milioni di container è uno dei maggiori in Europa e si trova in una posizione ottimale anche per la possibilità di collegamenti intermodali con il centro Europa e la sua vicinanza al Canale di Suez e quindi alle rotte asiatiche. Il maggior porto commerciale in Europa è quello di Rotterdam, con circa 11 milioni di container trasportati al mondo. In questo scenario si innesca la proposta del Consiglio regionale della Calabria al Governo nazionale di creare nel porto di Gioia Tauro di una Zona economica speciale (Zes), ovvero di una zona con una legislazione economica differente da quella in vigore nel paese, più conveniente per gli investimenti stranieri. Nello specifico si pensa un’esenzione delle imposte dirette sui redditi per un primo periodo, oltre all’esenzione dall’Irap e dall’Imu. Particolarmente attrattiva potrebbe essere poi la parte che riguarderebbe l’esenzione dall’imposta dell’Iva. In cambio, si chiederebbe alle aziende che dovessero investire nell’area un impegno per almeno cinque anni e il 90% delle assunzioni direttamente in Calabria. Come numeri attuali, il porto di Gioia Tauro, nato nella prima metà degli anni 70 in parallelo con il progetto, poi sfumato, della Cassa del Mezzogiorno di realizzare il quinto centro siderurgico italiano, ha fatto registrare nel 2012 un volume di container movimentati pari a 2.721.104 con un incremento rispetto all’anno precedente di 396.122 container. Risulta essere il primo scalo italiano per movimentazione distaccando nettamente i principali porti italiani: da Taranto a Cagliari, da La Spezia a Genova.