Incidente in A4: Terpin, traffico in tilt, indispensabile terza corsia
Una cisterna che trasportava granaglie è andata fuori strada ieri, incastrandosi nel guard rail centrale sulla A4 nel tratto compreso fra Latisana e San Giorgio di Nogaro. L’incidente e il conseguente intervento di recupero, hanno provocato un incolonnamento di auto che ha raggiunto i 17 chilometri fra Villesse e San Giorgio di Nogaro in direzione Venezia, e un chilometro in A23 nei pressi del nodo di Palmanova.
Obiettivo di Autovie è quello di aprire quanto prima almeno una corsia di marcia in direzione Venezia per consentire di eliminare le uscite obbligatorie mantenendo così più traffico in autostrada e scaricarne meno sulla viabilità ordinaria.“L’incidente di oggi, dalla dinamica terribile, poteva avere conseguenze ancora più drammatiche rispetto a quanto accaduto che comunque non è poco: tre persone ferite seriamente. L’impatto sulla viabilità è stato devastante, con code chilometriche, congestioni e rallentamenti le cui ripercussioni si sono fatte sentire su tutta la rete e, ancor di più all’esterno dell’autostrada. E’ l’ennesima riprova – se mai ce ne fosse stato bisogno – dell’inadeguatezza della nostra rete autostradale”. Ha dichiarato il presidente di Autovie Venete Emilio Terpin che sottolinea di essere consapevole dei danni diretti (congestione totale della circolazione) e indiretti (dall’inquinamento ai problemi per chi è rimasto imbottigliato nelle code), provocati dal sinistro. “Una situazione pericolosa – sottolinea Terpin – che si è protratta nel tempo e rappresenta in modo inequivocabile l’indifferibilità della realizzazione della terza corsia”. Considerazioni analoghe valgono per la viabilità ordinaria, realizzata in anni in cui il traffico era sostanzialmente di prossimità.
“La rete stradale non è certamente strutturata per accogliere un flusso di traffico come quello che – in caso di incidente e conseguente chiusura dell’autostrada – si riversa sulle strade in un arco di tempo molto breve – precisa Terpin – perché la A4 a due corsie regge un flusso massimo di traffico compreso fra i 2 mila e 800 e i 3 mila transiti/ora, mentre quella ordinaria non più di 400/600. Scaricare sulla viabilità esterna 2 mila transiti all’ora – la media registrata giovedì 29 agosto – rende inevitabile la paralisi, ma alternative non ce ne sono”. Tornando ai problemi legati alla viabilità ordinaria, Terpin ha ribadito come la maggior parte delle strade, sia in Friuli Venezia Giulia, sia in Veneto, “attraversano i paesi e sono già soggette a transiti abbastanza elevati. A questi si somma, quando accade un sinistro in autostrada, un flusso elevatissimo (non dimentichiamoci che la media giornaliera dei transiti oscilla fra i 100 e i 120 mila mezzi), a forte concentrazione di mezzi pesanti. Non solo. Va tenuto conto che una parte degli automobilisti non conoscono il territorio e quindi, nonostante il sempre più diffuso utilizzo dei sistemi di navigazione satellitare, si trova disorientato e ciò contribuisce ulteriormente a rallentare il traffico. “Una situazione che si ripresenta ogni volta che accade un incidente – ricorda Terpin – indipendentemente dal fatto che siano coinvolti o meno mezzi pesanti. Si chiude l’autostrada ed è il caos, nonostante gli uomini di Autovie Venete – ci tengo a sottolinearlo, diano il massimo in termini di professionalità, impegno ed efficienza, così come la Polstrada, i Vigili del Fuoco, il personale sanitario”.