Battesimo del fuoco per gli F-35 israeliani
Israele è il primo Paese ad aver usato l’F-35 in combattimento. A rivelarlo, il capo di stato maggiore dell’aeronautica israeliana, generale Amikam Norkin. “Abbiamo volato con l’F-35 su tutto il Medio Oriente e abbiamo già attaccato un paio di volte su diversi fronti”, ha dichiarato il generale in uno speech tenuto di fronte a 20 aeronautiche straniere e prontamente ripreso dai media locali che parlano di Siria e Libano. Il generale Norkin ha anche mostrato una foto di un F-35 “Adir” in volo sopra Beirut. Israele, che ha in linea oggi nove JSF, schierati sulla base di Nevatim, è stato il primo Paese ad acquisire il caccia della Lockheed Martin fuori dagli Stati Uniti ed ha ricevuto i primi due esemplari dei 50 cacciabombardieri ordinati nel 2016, dichiarandone la capacità operativa iniziale (IOC) a dicembre 2017.
Intanto, negli Stati Uniti, un gruppo di parlamentari, repubblicani e democratici, ha approvato una mozione per stoppare la vendita degli F-35 ad Ankara, considerando la transazione pericolosa per gli interessi nazionali statunitensi. “La Turchia sta diventando sempre più ostile e autoritaria”, fanno sapere i politici, sottolineando la sempre maggior vicinanza del Paese alla Russia. “Non possiamo far finta di non vedere il comportamento di Ankara, le cui decisioni sono sempre più in contrasto con i nostri interessi”.
“Il trasferimento di tecnologia sensibile e di capacità allo stato dell’arte a Erdogan è troppo rischioso”. Conclude il repubblicano James Lankford.
La Turchia ha in programma l’acquisizione di 100 F-35 e diverse aziende del Paese sono già state ampiamente coinvolte nella produzione di componenti destinate al programma internazionale. Se approvata, la mozione (manca il via libera del Senato) potrebbe ridurre il trasferimento e limitare ulteriormente la proprietà intellettuale così come il trasferimento dei dati necessari alla gestione della flotta. A determinare lo stallo, la prima consegna al JSF è slittata a giugno, l’acquisizione della Turchia di due batterie del sistema di difesa aerea e antimissile russo S-400, non integrabile nel sistema di difesa aerea della Nato. Ankara a questo punto potrebbe accelerare sullo sviluppo con il Regno Unito (partner di Tier 1 del JSF) del programma TF-X, un caccia indigeno per cui è stato firmato un primo accordo nel 2017 e di cui sono note le specifiche.
Eva Lami