In Italia il parco circolante di autocarri aumenta dell’1,9%
Aumenta dell’1,9%, nel nostro Paese, il parco circolante di autocarri sia leggeri che pesanti per trasporto merci che passa da 3.941.612 a 4.016.380 unità. L’espansione riguarda in particolar modo la Valle d’Aosta con un +27,9%. I dati emergono dall’annuale rilevazione dell’Osservatorio sulla Mobilità sostenibile dell’Associazione italiana ricostruttori pneumatici (Airp) sulla base di dati forniti dall’Aci.
Fino al 2008, la percentuale di crescita annua del parco circolante di autocarri leggeri e pesanti era intorno al 2%. A partire dal 2008, con l’inizio della crisi economica, vi è stato un forte rallentamento della crescita fino al 2011 per arrivare nel 2013 ad un -1,3%. Solo dal 2015, con il miglioramento del quadro economico, il parco ha ripreso ad aumentare (+0,3%) e nel 2016 sono stati recuperati il livello e i ritmi di crescita ante-crisi (+1,9%). A livello regionale, il parco è cresciuto di più in Valle d’Aosta (+27,9%). In seconda posizione segue il Trentino Alto Adige (+12,8%), e poi ancora, tutte sopra la media nazionale, Toscana (+4,6%), Molise (+2,8%), Puglia (+2,3%), Basilicata (+2,2%), Sardegna (+2,1%), Sicilia (+2%). In chiusura di questa graduatoria vi sono Liguria (+0,8%), Marche ed Umbria (ex aequo con +0,7%) e Lazio (-2,7%).
Nonostante questa esponenziale crescita – sottolinea Airp – l’età media dei veicoli in circolazione resta piuttosto alta, con gravi conseguenze a livello di emissioni di sostanze inquinanti e sicurezza della circolazione, dal momento che i veicoli più datati non hanno a disposizione le ultime novità tecnologiche in grado di aumentare la sicurezza e di attenuare l’impatto ambientale. Si rende, quindi, necessaria una manutenzione più puntuale, ponendo particolare attenzione ai dispositivi che influenzano maggiormente la sicurezza della marcia e la quantità di emissioni di sostanze nocive nell’ambiente. In particolare, è da controllare con regolare frequenza lo stato di usura e di gonfiaggio degli pneumatici. Questi ultimi hanno infatti, una notevole influenza sulla stabilità del veicolo, sui consumi di carburante e sulle emissioni di CO2.