Strade dissestate, sei italiani su dieci a rischio incidente. SITEB: serve un piano straordinario
Secondo gli italiani le strade cittadine sono sempre più a rischio incidente. Lo dice lo studio/sondaggio “Gli italiani e la percezione della sicurezza stradale”, promosso dalla Fondazione Luigi Guccione vittime della strada in collaborazione con il SITEB (l’Associazione Italiana Bitume e Asfalto) e Assosegnaletica e condotto da IPR Marketing, l’istituto specializzato in ricerche e analisi di mercato. Secondo l’analisi, la causa principale sta nei manti stradali danneggiati per l’assenza di un’adeguata attività di manutenzione. Proprio a causa delle buche e della situazione di dissesto, 6 italiani su 10 nell’ultimo anno hanno rischiato di rimanere coinvolti in un incidente, che resta il secondo pericolo più avvertito dalla popolazione, dopo il furto in casa, ma prima di rapina, scippi e aggressioni.
La possibilità di rimanere vittima di un incidente resta tra i pericoli maggiormente avvertiti dagli italiani. Dopo la paura di subire un furto in casa (espressa dal 77% del campione), si dice preoccupato di poter essere coinvolto in un incidente stradale il 71% degli intervistati.
La sicurezza della circolazione sulle strade cittadine è oggi percepita come un’emergenza da affrontare con massima urgenza: ben il 67% degli intervistati dichiara di vivere questo disagio nel proprio comune di appartenenza. Oltre l’80% definisce “a rischio” le strade per le due ruote (moto o bici), il 74% ritiene che le città siano più pericolose per i pedoni, il 65% le definisce tali anche per chi si sposta in auto. Il 60% degli intervistati dichiara di aver rischiato nell’ultimo anno di restare vittima di un incidente per le pericolose condizioni stradali.
Secondo l’analisi condotta da IPR Marketing mentre lo stato di segnaletica, semafori e illuminazione delle strade viene giudicato abbastanza soddisfacente, la presenza di guardrail e, soprattutto, la condizione dell’asfalto vengono valutati negativamente dalla quasi totalità degli intervistati: solo il 20% esprime commenti positivi e il dato scende addirittura al 5% nel Sud e isole. Proprio la cattiva manutenzione dell’asfalto e le conseguenti buche che si vengono a formare sempre più di frequente rappresentano l’elemento più pericoloso per la sicurezza stradale cittadina (oltre il 76% lo segnala).
L’analisi mette in luce come il miglioramento delle condizioni del manto stradale attraverso interventi di ripristino delle buche e l’utilizzo di asfalto drenante vengono indicate dall’87% degli intervistati (e ben dal 97% di motociclisti e scooteristi) come la vera priorità per aumentare la sicurezza, seguita da controlli su strada da parte delle forze dell’ordine (76%), dalla messa in opera di guardrail salva motociclisti (69%) e dall’adeguamento della segnaletica stradale (67%).
Le valutazioni espresse nel sondaggio trovano conferma nelle ultime stime elaborate dal SITEB, secondo le quali dal 2006 al 2015, anche a causa del rispetto del Patto di Stabilità, gli Enti Gestori della rete stradale italiana non hanno messo in opera ben 96 milioni di tonnellate di asfalto necessarie a tenere in buona salute le nostre strade, per un valore complessivo pari a 9 miliardi di euro.
“Il mancato investimento in opere stradali di questi ultimi anni – ha commentato il Direttore del SITEB, Stefano Ravaioli – ha generato una situazione diffusa di dissesto delle nostre strade di cui oggi paghiamo le conseguenze, con addirittura alcune Provincie costrette a vietare la circolazione su alcune arterie perché non in grado di garantirne la fruibilità in sicurezza o con le carreggiate delle tratte ANAS chiuse o a circolazione limitata per buche e deformazioni del manto stradale”.
Secondo Ravaioli, serve un piano straordinario di salvaguardia delle nostre strade: “Auspichiamo che l’allentamento del patto di stabilità per gli Enti Locali, previsto per i lavori stradali nel testo dell’ultima Legge di Stabilità 2016 e i fondi stanziati ad hoc per le manutenzioni possano cambiare decisamente il quadro, mettendo in sicurezza il nostro patrimonio stradale e fornendo maggiori certezze ad automobilisti, motociclisti e pedoni”.