Dove comincia l’Abruzzo. Racconto di un viaggio a bordo della corriera
“I viaggi con i mezzi pubblici sono costellati di partenze all’alba. Occhi cisposi che scandagliano la luce frastagliate dell’aurora, sguardi complici e ombre corsare. Se fossimo partiti due anni fa per andare da Sulmona a Pescocostanzo, ci saremmo recati alla stazione ferroviaria e, dopo il caffè di rito, saremmo saliti sul trenino diretto a Napoli. Una traversata eroica a dorso di un’automotrice a gasolio sull’Appennino selvaggio e banditesco. Invece ci accontentiamo di vedere, dai comodi sedili della corriera dell’Arpa, la ferrovia che ci segue solitaria e malinconica”.
Dove comincia l’Abruzzo
Una settimana per scoprire l’Abruzzo a bordo di autolinee e treni regionali, due amici aspiranti nomadi alla ricerca dell’anima più autentica della regione. Oltre che una guida con itinerari e informazioni sui collegamenti e la rete stradale, i terminal principali e le stazioni, e una raccolta di segnalazioni enogastronomiche alla ricerca dei sapori e delle tradizioni più antiche del territorio, Dove comincia l’Abruzzo di Paolo Merlini e Maurizio Silvestri (Exòrma Edizioni) è il racconto di un viaggio sulle orme di quanti hanno visitato la regione in passato e degli incontri speciali fatti strada facendo.
L’oste “dannunzista” di Pacentro, il casaro di Scanno con cui parlare di formaggi è come parlare di letteratura americana con Fernanda Pivano, agricoltori, fornai e ristoratori con il dono dell’affabulazione: gente grazie a cui l’Abruzzo si rivela terra affascinante e ricca di contrasti, di risorse non pienamente valorizzate, ma soprattutto di storia e di storie…Insieme ai due autori “aspiranti nomadi”, con l’anima divisa tra desiderio di fuggire e aspirazione a tornare a casa, faremo un viaggio ricco di memorie letterarie. Dal diario di Mario Soldati in fuga da Roma dopo l’armistizio del ’43 al reportage del giovane Carlo Emilio Gadda da Campo Imperatore nel ’34; la sosta a Pescina è accompagnata dalle pagine di Ignazio Silone; quella a Sulmona dai versi di Ovidio sulla sua città natale; fino al cuore della regione, nella sua parte forse più aspra e intatta, fatta di “vento e silenzi”, a Torricella Peligna, paese da cui emigrò verso gli Stati Uniti il padre dello scrittore John Fante.
Spostarsi in autobus significa attesa, tempi che si dilatano, partire in orari improponibili, condivisione di spazi con gli altri passeggeri, canti di gruppo e radio in sottofondo, autisti con cui chiacchierare o prendere un caffè. C’è poi il tempo sospeso dei lunghi tratti a piedi, “in balia dell’Abruzzo” sui binari dismessi della “Transiberiana d’Italia”.
Dai paesi passati alla provincia di Rieti nel 1927, verso l’entroterra dove si alternano rocche e altipiani tra cui svettano maestosi il Gran Sasso e la Maiella, attraverso le distese di ulivi intorno a Loreto Aprutino o la Conca Peligna, dove si produce il Montepulciano d’Abruzzo, fino alla costa, nei centri a spiccata vocazione turistica. Infine l’arrivo a L’Aquila, tra i vicoli del centro storico avviluppati dai ponteggi che sembrano le labirintiche architetture di Escher, cercando ostinatamente segnali di ripresa nella città profondamente ferita. Le voci della resistenza sono due personaggi indomiti, che incarnano l’anima più autentica e fiera del capoluogo abruzzese: il professor Raffaele Colapietra, vera e propria memoria storica de L’Aquila, che non ha mai abbandonato la sua casa del centro storico a dispetto delle ordinanze dell’amministrazione comunale, e Giorgio Massari, classe 1937, proprietario della storica taverna “Ju boss”, la prima a riaprire dopo il terremoto, che si commuove – e ci commuove – ricordando con nostalgia le persone passate in tutti questi anni nel suo locale, a cui si è dedicato con passione fin da quando era bambino.
Paolo Merlini e Maurizio Silvestri
Dove comincia l’Abruzzo
Con le foto di Mario Dondero
224 pagine
€ 14,90
Adelina Maddonni