Trieste: Autorità portuale, prima tappa del road-show di Renzi in Friuli
Quello di Trieste è considerato non solo il primo tra i porti italiani per volumi con oltre 69 milioni di tonnellate ma è in testa anche sul fronte petrolifero in Europa, con 42 milioni di tonnellate l’anno. Un primato che è stato ricordato oggi anche a Matteo Renzi, segretario nazionale del Pd, che ha fatto tappa proprio all’autorità portuale di Trieste nel corso del suo roadshow “Destinazione Italia”, un viaggio sul treno intercity tra le principali realtà italiane. Renzi ha annunciato che il suo tour toccherà tutti i capoluoghi del Friuli Venezia Giulia.
Ha preso parte all’evento anche il presidente della Regione, Debora Serracchiani, che ha sottolineato il ruolo del porto di Trieste nel processo di crescita economica del Paese e non solo. Il suo è stato un passaggio politico in cui ha sottolineato come la riforma a firma dell’ex premier ha dato dei vantaggi al settore portuale. Tra questi la costruzione di una piattaforma logistica.
“Grazie alla riforma dei porti – ha detto Serracchiani – è possibile lavorare per la competitività di quelli italiani. Trieste è stato il primo scalo che ha sfruttato le opportunità offerte dagli investimenti del governo Renzi prima e di Gentiloni poi. Il porto di Trieste è l’unico europeo in cui il ‘porto franco’ consente vantaggi fiscali e soprattutto consente la prima lavorazione in porto, ad esempio i robot. Parliamo dunque di altissima tecnologia, storia e innovazione, ma si guarda anche al futuro. Con la riforma dei porti e le iniziative che abbiamo fatto Trieste è diventata centrale. Sulla via della seta si stanno organizzando traffici e investimenti e questo nostro porto ha un collegamento diretto con Monaco”.
Tra i nodi da sciogliere, però, quello di ottenere i corridoi doganali perché tutta l’Europa è collegata via Trieste. Una necessità sottoposta all’ex premier che ha detto: “tutta la parte degli investimenti sbloccata sarà evidente nei prossimi anni. Quindi l’Italia crescerà di più, ma prima non ci credeva nessuno”.
L’autorità portuale vede la presenza di un migliaio di dipendenti prettamente ma nel complesso, l’indotto coinvolge circa 10mila lavoratori.