Iata: la Brexit potrebbe tagliare i passeggeri del Regno Unito dal 3 al 5% entro il 2020
La Iata ha rilasciato una prima valutazione sul potenziale impatto della Brexit sul trasporto aereo del Regno Unito. Per quanto riguarda il piano strettamente economico, l’impatto più significativo a breve termine deriva dall’aumento dell’incertezza da parte di aziende e investitori che potrebbero ritardare decisioni riguardo spese e investimenti, così come le transazioni finanziarie. Le previsioni di impatto variano a seconda dei diversi scenari e ipotesi utilizzati ma in linea di massima indicano una diminuzione del Pil del Regno Unito dal 2,5 al 3,5% entro il 2020 rispetto allo scenario di permanenza nell’Ue. La sterlina dovrebbe rimanere più debole di quanto sarebbe accaduto in caso di non uscita dalla Ue (in termini di 10/15%). L’impatto che questo aspetto avrà sul trasporto aereo è più chiaro rispetto agli effetti economici. La sterlina debole nell’immediato ha reso più costosi i viaggi dei cittadini britannici verso l’estero; allo stesso tempo, per i visitatori stranieri che si recano nel Regno Unito, il guadagno rispetto alla valuta locale sarà maggiore che in passato.
Per quanto riguarda le prime stime sul traffico, il numero di passeggeri nel Regno Unito potrebbe diminuire dal 3 al 5% entro il 2020, a seguito della recessione che ci si aspetta nell’attività economica e la caduta della sterlina. L’impatto a breve termine sul traporto merci è meno certo, ma sul ungo termine il cargo aereo risentirà certamente dei minori commerci internazionali. Ci sarà un impatto sul commercio internazionale quando il Regno Unito uscirà formalmente dall’Ue e, questo, a sua volta, coinvolgerà anche il cargo aereo. L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico stima che i volumi del commercio britannico potrebbero cadere dal 10 al 20% entro il 2030. Le oscillazioni a breve termine della sterlina potrebbero compromettere il potere d’acquisto nell’immediato e, nel tempo, scoraggiare i viaggi all’estero da parte di residenti, incoraggiando, invece, i viaggi in Regno Unito da parte di stranieri. Il commercio aereo del Regno Unito è dominato dal traffico in uscita per circa due terzi; l’impatto della sterlina più debole sul traffico aereo del Regno Unito potrebbe essere meno significativo da questo punto di vista.
Nell’immediato i cambiamenti al contesto normativo saranno inesistenti o molto contenuti. Una volta che il governo del Regno Unito avrà notificato all’Ue l’intenzione di uscire – in base all’articolo 50 del Trattato Ue – ci saranno due anni di tempo per negoziare i termini. L’incertezza riguardo il futuro quadro normativo potrebbe aumentare l’impatto negativo sull’economia: più la fase di negoziato si protrarrà nel tempo, maggiore potrebbe essere l’impatto negativo.
L’Ue è il più grande mercato di riferimento del Regno Unito: riguarda il 49% dei passeggeri e il 54% dei voli commerciali. Se il regno Unito dovrà rinegoziare nuovi accordi bilaterali dipenderà probabilmente dalla natura dei suoi futuri accordi con l’Ue. In linea di massima, più strette rimarranno le relazioni con l’Ue, minore sarà la probabilità che il Regno Unito debba modificare gli accordi che regolano i servizi aerei. Maggiore sarà la collaborazione negli accordi post-Brexit, in maggior misura il Paese dovrà accettare di rimanere soggetto alle regole europee, anche se con molta meno influenza sulla elaborazione delle politiche. D’altra parte un taglio netto tra Regno Unito e Ue darebbe ai legislatori britannici maggiore discrezionalità sulle politiche nazionali ma con molte meno certezze circa l’accesso al mercato, in particolare per quanto riguarda i singoli mercati dell’aviazione nazionali.