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Confitarma: “risposte internazionali contro la pirateria”
NAVE

Confitarma: “risposte internazionali contro la pirateria”

Redazione T-I
20 Maggio 2009
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Maggiore attenzione dei media, tutela costante da parte della marina militare, coordinamento delle forze internazionali. Sono le ricette per combattere la pirateria, secondo gli armatori italiani, a fronte dell’escalation di attacchi nell’area del golfo di Aden. “Dal 2005 l’incidenza del fenomeno è vertiginosamente aumentata”, spiega Nicola Coccia, presidente di Confitarma, che ha aperto i lavori del convegno ‘Economic impact and strategy to counter piracy’, organizzato dall’associazione degli armatori all’interno della Giornata europea del mare.

“In termini di riscatti pagati”, prosegue Coccia, “si è passati da cifre che si aggiravano intorno alle migliaia di dollari ai 3,5 milioni di dollari richiesti per la nave giapponese Stella Maris nel luglio del 2008. Si stima che la cifra pagata per i riscatti solo nel 2008 si aggiri tra i 18 e i 30 milioni di dollari”.

“I mass media”, ha proseguito il presidente di Confitarma, “devono aiutare il grande pubblico a comprendere la gravità di questo fenomeno e le pesanti conseguenze economiche per la collettività. C’è il concreto rischio che gli episodi di pirateria vengano percepiti, dall’opinione pubblica, come semplici casi di cronaca nera, per certi versi anche affascinanti”.

I mercantili italiani sono attualmente impegnati con 600 passaggi l’anno nelle aree sensibili del Corno d’Africa e del Golfo di Aden. L’ammiraglio Paolo La Rosa, capo di stato maggiore della Marina Militare Italiana, ha ricordato l’impegno della marina nella sorveglianza e nella protezione dei traffici nelle aree a maggior rischio. Un impegno che, come spiega Cesare d’Amico, presidente del Company security officer di Confitarma, si è concretizzato con l’invio della fregata Maestrale, all’interno della missione europea Atalanta.

Il problema coinvolge innanzitutto la posizione italiana nel Mediterraneo. Se solo una parte delle 22.000 navi che transitano via Suez da sud dovesse scegliere percorsi alternativi, avverte Confitarma, le economie dei paesi mediterranei, come la nostra, riceverebbero un colpo mortale in un periodo di già grave congiuntura economica come quello attuale. Secondo Giuseppe Bottiglieri, presidente della Commissione navigazione oceanica di Confitarma, “è necessario che venga assunta una decisone politica internazionale, nonostante l’azione delle marine militari sia di grande aiuto alla sicurezza dei traffici”.

Con la recrudescenza del fenomeno, Confitarma richiama inoltre alla massima responsabilità gli armatori, che devono, innanzitutto, navigare seguendo le ultime direttive della marina militare, che prevedono un passaggio a minimo 600 miglia dalla costa. Ci sono poi un ventaglio di soluzioni tecniche (dall’uso degli idranti antincendio, all’installazione del filo spinato, all’utilizzo di nuovi radar) a supporto dei nostri equipaggi che devono essere comunque rassicurati dalla presenza, più rafforzata e meglio organizzata, delle marine militari.

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