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Porti: si consolida la centralità del Mediterraneo
NAVE

Porti: si consolida la centralità del Mediterraneo

Redazione T-I
24 Giugno 2016
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Il Mediterraneo ha visto consolidarsi la sua posizione negli scambi commerciali mondiali grazie al raddoppio del Canale di Suez – che ha contribuito alla crescita dell’interesse strategico della Cina verso quest’area – e all’allargamento del Canale di Panama. Nei porti del Mediterraneo transitano merci per quasi 2 miliardi di tonnellate. Il traffico rappresenta il 19% del traffico mondiale in volume e il 25% in termini di rotte marittime. Complessivamente il traffico navale di merci nel Mediterraneo è cresciuto di oltre il 124% nel periodo 2000-2015; le navi che passano per Suez rappresentano l’8-10% del commercio marittimo mondiale. 

È quanto emerge dal terzo rapporto annuale di Srm (Studi Ricerche per il Mezzogiorno), “Italian Maritime Economy”. Frutto dell’attività di monitoraggio dell’Osservatorio Permanente sull’Economia dei Trasporti Marittimi e della Logistica di Srm operativo dal 2014, il rapporto mette a fuoco i fenomeni che stanno modificando gli assetti logistico-portuali europei e dell’Italia. In particolare, individua tre fattori che impatteranno sugli scenari economici portuali e sulle rotte marittime: l’aumento della centralità del Mediterraneo rispetto alle direttrici globali di traffico merci; la realizzazione del nuovo Canale di Panama che sarà inaugurato tra pochi giorni, il 26 giugno, e che segue quella del raddoppio di Suez avvenuta lo scorso anno; la tendenza sempre più marcata a costruire grandi navi e quindi la trasformazione dei porti in relazione alle nuove esigenze logistiche che ne deriveranno, con i porti italiani e, in particolare del Mezzogiorno che si troveranno a dover affrontare nuovi scenari con porti competitor sempre più aggressivi e la conseguente esigenza di dover snellire la propria burocrazia e realizzare investimenti. 

In totale nel 2015 i primi 30 porti del Mediterraneo hanno movimentato 47,8 milioni di TEU; nel 1995 erano 9,1 milioni, con una crescita del 425%. L’allargamento del Canale di Suez (2015) consente il passaggio di tutte le tipologie di navi, anche le megaship e, unitamente alla maggiore rapidità di passaggio, aumenta la strategicità della direttrice Europa/Mediterraneo/Suez/Asia e viceversa. L’import-export cinese verso il Sud Mediterraneo è passato da 5,5 miliardi di euro nel 2001 a 56 miliardi di euro nel 2015, raddoppiando il valore ogni anno. Oggi la Cina è il secondo partner commerciale dell’area South Med (dopo gli Usa) ed è quello con il maggiore tasso di crescita.

Lo scenario di una nuova centralità del Mediterraneo rappresenta una sfida per l’Italia e aumenta l’interesse anche per gli altri attori dell’area, con i porti italiani che si troveranno sempre più stretti tra competitor agguerriti: non solo Nord Europa ma anche Sud Mediterraneo. Aprendo lo sguardo sui principali porti dell’area, vediamo infatti che Tanger Med ha accresciuto la propria quota di mercato da 0% nel 2005 a 11% nel 2015, Port Said da 10 a 14%, il Pireo da 9 a 13% e Valencia da 16 a 18%. In Italia, Gioia Tauro ha movimentato circa 2,5 milioni di TEU (in calo del 14% sul 2014), Genova ne ha movimentati 2,2 milioni (+3,2%), La Spezia 1,3 milioni (-0,2%), Livorno (780mila; +35,2%), Venezia (560mila, +22,9%) e Salerno (359mila; +12,3%).
Il nostro Paese è terzo in Europa per traffici gestiti – con 473 mln di tonnellate di merci – e il primo Paese nell’Ue28 per trasporto di merci in Short Sea Shipping (trasporto a corto raggio) nel Mediterraneo e nel Mar Nero con 240 mln di tonnellate di merci trasportate (il 33,5% del totale). In termini di interscambio totalizziamo via mare 226 miliardi di import-export; il nostro Paese sposta su nave oltre un terzo delle merci complessive in valore. L’Asia con il 41% del totale è l’area principale di destinazione del nostro traffico commerciale marittimo. A seguire gli Usa con il 23%.

All’interno di questo scenario, il rapporto evidenzia come il Mezzogiorno – che ha il suo commercio internazionale realizzato via mare per i due terzi del totale – debba essere posto in una posizione di rilievo con investimenti e strategie adeguate in termini di infrastrutture. I 12 porti del Mezzogiorno movimentano il 41,4% del totale del traffico container italiano e il 45,3% del traffico complessivo di merci.
“Un dato esprime bene l’accresciuta centralità del Mediterraneo: in vent’anni il numero dei containers movimentati nei 30 porti del Mediterraneo è cresciuto del 425% con un tasso medio del 21% all’anno – ha commentato Massimo Deandreis, direttore generale Srm –. Per l’Italia e il suo Mezzogiorno c’è una grande opportunità ma anche una sfida urgente: dare attuazione alla riforma portuale del Governo, investire su logistica e intermodalità, semplificare le procedure”.

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