Sciopero Porti: aderisce Genova, revocato nel nord della Sardegna
Oggi è in atto il fermo nazionale dei lavoratori portuali. Il contesto in cui versa la portualità italiana e la trattativa relativa al rinnovo del contratto nazionale di lavoro hanno portato Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti a indire 24 ore di sciopero per la giornata di oggi, venerdì 8 novembre 2013. Le organizzazioni sindacali ribadiscono la necessità di non mettere in discussione il Contratto Nazionale Unico dei Porti che rappresenta un elemento di equilibrio per tutti i lavoratori del porto (ex articoli 16,17,18 della legge 84 /94).
Il porto di Genova sta partecipando allo sciopero che durerà per 24 ore. Nella città ligure i lavoratori portuali terranno un presidio davanti alla Prefettura.
Lo sciopero nei porti sardi è riuscito a metà: negli scali del nord Sardegna la giornata di astensione al lavoro è stata revocata. Mentre nel porto di Cagliari è andato tutto secondo quanto stabilito ieri in assemblea: c’è stata l’adesione da parte dei dipendenti dell’Authority e delle imprese portuali.
“Una decisione difficile – hanno spiegato in una nota i dipendenti dell’Autorità portuale del nord Sardegna – maturata proprio questa mattina, alla luce della mancanza totale di adesione da parte dei dipendenti delle imprese portuali olbiesi e portotorresi all’iniziativa invocata dalle tre sigle sindacali nazionali”. I dipendenti esprimono tutto il loro rammarico: “Resta il fatto – hanno detto – che quella di oggi non è una bella pagina nella storia della portualità del Nord Sardegna dove le iniziative sindacali sembrano aver perso valore ed incisività e le problematiche legate allo stato occupazionale dei dipendenti, specialmente quelli in cassa integrazione, non verranno debitamente rappresentate all’esterno e, con ogni probabilità, continueranno a restare tali”. Nel nord Sardegna erano in ballo anche questioni locali a cominciare dalla richiesta di una “maggiore attenzione sulla situazione dei tre scali, colpiti da una crisi dei traffici senza precedenti che, negli ultimi tre anni, ha ridotto di circa il 40% il volume di merci e passeggeri”.
“Il sistema portuale italiano è una formidabile risorsa del Paese – ha dichiarato Debora Serracchiani, responsabile per i Trasporti nella Segreteria nazionale del Pd – che deve diventare una priorità per gli organi esecutivi e legislativi, i quali hanno il dovere e l’occasione di intervenire, sia rispondendo alle richieste di tutela dei lavoratori, sia mettendo mano a urgenti azioni amministrative, giuridiche e infrastrutturali. Senza lavoratori tutelati sotto il profilo contrattuale e della sicurezza e senza importanti efficientamenti normativi e strutturali non esistono porti competitivi a livello europeo. E a farne le spese – conclude – è la forza produttiva del sistema Paese”.