Futuro caccia: Berlino e Parigi danno la linea
L’annuncio alla fine è arrivato. Dassault Aviation e Airbus hanno annunciato a Berlino, nella giornata di apertura del salone ILA, che uniranno gli sforzi per assicurare lo sviluppo e la produzione del Système de Combat Aérien Futur (SCAF), al fine di completare e poi sostituire le flotte di Eurofighter e Rafale. L’accordo definito “storico” guarda a un aereo da combattimento di nuova generazione per assicurare all’Europa – fanno sapere i due costruttori – “la leadership tecnologica nel settore dell’aviazione militare nei decenni a venire”.
A Berlino è stato confermato che si tratterà di un “sistema di sistemi” comprendente droni, connettività e comunicazioni protette. Come arco temporale, Dassault e Airbus hanno indicato il 2035-2040 per la sua realizzazione, mentre un contratto ci sarà a partire dal 2025 e comprenderà lo sviluppo dimostratori. “Siamo convinti – ha dichiarato Éric Trappier, presidente e direttore generale di Dassault Aviation – che associando le rispettive competenze, Dassault Aviation e Airbus siano le meglio posizionate per rispondere ai bisogni operativi delle Forze Armate europee. Solo soluzioni europee e indipendenti sono in grado di garantire la sovranità e l’autonomia strategica dell’Europa. La visione che Francia e Germania si sono date con lo SCAF è ambiziosa e da un segnale forte in Europa e per l’Europa. Il programma SCAF – conclude Trappier – rinforzerà i legami politici e militari tra le principali nazioni europee, rendendo più dinamica al contempo l’industria aerospaziale”.
“L’Europa non è mai stata così determinata a preservare e promuovere la sua autonomia politica e industriale nel settore della difesa. Airbus e Dassault Aviation hanno tutte le competenze necessarie per portare avanti questo progetto. Le due società hanno dimostrato inoltre di saper lavorare assieme su programmi complessi, come il drone europeo classe MALE (media altitudine-lunga durata) di nuova generazione – ha dichiarato il ceo di Airbus Defence and Space, Dirk Hoke -. Lo SCAF fa salire questa cooperazione, a cui cominceremo subito a lavorare per stabilirne la rotta, ad un livello superiore. Il lancio dello studio di fattibilità comune è pertanto di importanza critica”. In un passaggio chiave del suo discorso, il numero uno della divisione difesa e spazio di Airbus sottolinea come altri attori europei potranno dare il loro contributo al programma in funzione dei “finanziamenti pubblici e sulla base del miglior contributo”.
Più nello specifico, il sistema dei sistemi europeo sarà costituito da elementi interconnessi e interoperabili tra di loro, tra cui un velivolo di nuova generazione, droni MALE, caccia “legacy” ancora in servizio dopo il 2040 (un Eurofighter di Tranche 4?), missili da crociera di nuova concezione e sciami di droni. Il sistema completo sarà connesso, replicando in tal senso i sistemi cosiddetti di quinta generazione, con piattaforme aeree, satelliti, sistemi Nato e sistemi terrestri e navali con i quali potrà interagire.
In attesa del FCAS, gli sforzi di Airbus sul medio termine vedranno il costruttore impegnato, assieme al consorzio Eurofighter, nella promozione del Typhoon (l’offerta è appena stata presentata ufficialmente al Bundeswehr) come sostituto dei Tornado tedeschi.
A tal proposito dall’ILA arriva la conferma di quanto già dichiarato precedentemente da Airbus e cioè che l’Eurofighter potrebbe essere certificato per il trasporto di bombe nucleari statunitensi (capacità oggi assicurata dai Tornado della Luftwaffe) entro il 2025. Volker Paltzo, chief executive officer di Eurofighter Jagdflugzeug GmbH, ha dichiarato al riguardo che per questa competizione – per la quale sono state richieste informazioni sia sull’F-35, che avrà capacità nucleari prima, nel 2020, sia per i caccia della Boeing F-15E and F/A-18E/F – non vede particolari ostacoli da parte americana.
Eva Lami