Bus: costi standard, la Basilicata chiede tutele per le regioni con pochi abitanti
Il tema delle regioni di piccole dimensioni demografiche che si configurano non come “aree” ma come intere regioni a domanda debole e con bassa densità abitativa è stato posto dal presidente della Regione Basilicata Marcello Pittella sin dall’avvio dei lavori per l’introduzione del decreto ministeriale sui costi standard nel trasporto pubblico, approvato ieri a Roma in Conferenza unificata.
Tali realtà regionali, a partire dalla Basilicata, rischiavano di trovarsi fortemente penalizzate dall’attuazione di regole che assegnano risorse alle regioni sulla base di costi standard unitari che non tenessero conto delle particolari condizioni territoriali: bassa densità abitativa, grande estensione territoriale, centri urbani rurali e periferici in un contesto orografico che presenta anche elevata variazione altimetrica.
La richiesta, ribadita in tutte le sedi di incontro con il Governo e con le altre regioni, ha fatto sì che la stessa posizione fosse condivisa dalle regioni Umbria e Molise configurantesi anch’esse come “piccole” regioni a bassa densità abitativa. La richiesta di prevedere specifiche tutele su tali realtà regionali è stata ritenuta legittima e condivisa dagli altri governatori italiani, tanto da avviare un tavolo tecnico politico presso la Conferenza Unificata con un confronto anche con il Governo. I lavori seguiti e coordinati, per conto delle piccole regioni, dalla vice presidente Flavia Franconi, ha condotto all’approvazione di due ulteriori modifiche al testo del decreto accolte ieri dal Governo in sede di Conferenza Unificata.
Per quel che attiene l’assegnazione di risorse da parte dello Stato sul Trasporto Pubblico Locale le nuove regole determinate
dal decreto di Manovra finanziaria del 2017 (art. 27 del decreto legge n. 50) constano di altri decreti che saranno in approvazione nei prossimi mesi, ma le modifiche apportate al Decreto rappresentano un primo tassello di tutela per la Basilicata.