Mobilità sostenibile: presentata a Roma una ricerca sulle auto a gas
E’ stata presentata questa mattina in Campidoglio a Roma, la ricerca “Green economy e veicoli stradali, una via italiana” realizzata dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, con la collaborazione di Assogasliquidi Federchimica e del Consorzio Ecogas.
Tra gli obiettivi dello studio c’è quello di valorizzare il patrimonio italiano nel settore auto a gas. Negli anni della crisi, mentre le auto tradizionali hanno conosciuto un drastico calo delle immatricolazioni, le auto a gas hanno continuato a crescere: tra il 2011 e il 2012 le immatricolazioni sono quasi triplicate passando dal 5,55% al 13%, e nel 2013 la quota di mercato della auto a gas è arrivata al 14,1% (8,9% GPL e 5,2% metano).
L’attuale stock di auto a gas circolante in Italia è il più rilevante d’Europa, rappresentando il 76,8% del parco europeo per le auto a metano e il 26% per quelle a GPL. Inoltre in Italia oltre a Fiat, c’è una piccola e grande industria dell’ auto a gas che va dalla produzione di impianti per la conversione a GPL e metano, con una rete di trasformazione e assistenza di più di 6.000 officine, al rifornimento stradale (più di 3000 distributori di GPL e 1000 di metano).
Al Convegno sono intervenuti tra gli altri: Barbara Degani, sottosegretario del Ministero dell’ambiente; Edo Ronchi, presidente Fondazione per lo sviluppo sostenibile; Daniele Capezzone, presidente Commissione Finanze Camera dei Deputati; Andrea Bianchi direttore Politiche Industriali Confindustria; Laura Puppato Commissione Territorio, Ambiente e Beni ambientali Senato; Simona Fabiani Ambiente e Territorio Cgil Nazionale, Carlo Maria Medaglia Roma servizi per la Mobilità.
Ronchi ha introdotto la ricerca spiegando che le auto a gas sono una delle tecnologie “ponte” a basso impatto ambientale che può contribuire a ridurre l’inquinamento dell’aria nelle città, “ma non solo – ha precisato – può far bene all’ occupazione e all’ economia. In Italia c’è una filiera di imprese che ci rende leader nel mondo e che può crescere. Un caso esemplare di green economy dove miglioramenti ambientali producono vantaggi economici e occupazionali”.
Anche dall’Ue i segnali per il settore sono positivi, ha sottolineato Francesco Franchi, presidente di Assogasliquidi Federchimica, parlando della recente Direttiva europea sui carburanti alternativi che prevede l’obbligo, da parte di ogni Stato membro, di redigere un proprio programma nazionale che comprenda politiche di sviluppo a favore di questi carburanti.
“Le autovetture a GPL e metano in Italia sono più di 2 milioni e 700 mila – ha dichiarato Alessandro Tramontano, Presidente del Consorzio Ecogas – pari ad oltre il 7% del circolante. Numeri che potrebbero essere molto più importanti, a tutto vantaggio dell’ambiente e dell’occupazione, con la ripresa di politiche di incentivazione. Negli anni scorsi le immatricolazioni a gas sono arrivate a toccare il 21% del mercato e le trasformazioni sono state anche 270.000 all’anno, mentre nel 2014 ci fermeremo purtroppo a non più di 100.000 unità”.
La ricerca mostra come l’elevata penetrazione delle auto a gas in Italia da oggi al 2030, potrebbe portare a oltre 3,5 milioni di t CO2 in meno, a 67 tonnellate di particolato e 21 mila tonnellate di ossidi di azoto in meno. La riduzione di particolato prevista al 2030 equivale alle emissioni che sarebbero generate mediamente in un anno da 4 milioni di automobili diesel. Per migliorare le prestazioni ambientali delle auto a gas ci sono poi studi sugli sviluppi nel campo delle alimentazioni ibride sia GPL-elettrico che metano-elettrico oltre a sistemi dual fuel metano-gasolio o GPL–gasolio.
Una delle prospettive più interessanti per le auto a gas è senza dubbio quella del biometano, che può essere efficientemente prodotto da diverse fonti, tanto da rifiuti come da coltivazioni dedicate. Inoltre le ricadute economiche e occupazionali di uno scenario di maggiore sviluppo dell’auto a gas in Italia determinerebbero la creazione di maggiore valore aggiunto e maggiore occupazione rispetto a quanto accadrebbe se invece fossero premiate le motorizzazioni diesel e benzina. La produzione raggiungerebbe +5,0 miliardi di € in media annua nel 2020 per poi scendere a +4,3 miliardi di euro nel 2030; il valore aggiunto si attesterebbe a +1,6 miliardi di euro nel 2020 e +1,3 miliardi di euro al 2030. Infine, la nuova occupazione creata, espressa in unità di lavoro standard, ammonterebbe a +27.300 unità nel 2020 e +22.700 unità nel 2030. Uno scenario di “reshoring”, ovvero di un progressivo rimpatrio di attività dall’estero, porterebbe al 2030 a quasi 3,9 miliardi di euro di nuovo Valore Aggiunto e a 74.000 occupati nel 2020 e quasi 66 mila posti di lavoro aggiuntivi a tempo pieno nel 2030, triplicando, così, i valori dello scenario base adottato.
Per favorire lo sviluppo del settore delle auto a gas, nella ricerca sono contenute anche alcune proposte normative che si sviluppano principalmente sulla fiscalità ecologica dei carburanti e delle autovetture.
La ricerca sarà a breve interamente disponibile su http://www.fondazionesvilupposostenibile.org/