ACI Europe: dall’inizio della pandemia scomparse 6.000 rotte aeree in Europa
L’ultimo rapporto sulla connettività dell’industria aeroportuale pubblicato da ACI Europe rivela il collasso sistemico della rete e della connettività aerea a causa della crisi Covid-19.
Pubblicati ogni anno dal 2014, questi rapporti non misurano i volumi di passeggeri, ma la misura in cui gli aeroporti europei e le loro comunità sono collegati e accessibili dal resto del nostro continente e dal mondo, utilizzando una serie di indici di connettività diretta, indiretta e hub.
In particolare il rapporto 2020 evidenzia la dura realtà di oltre 6.000 rotte aeree precedentemente gestite dagli aeroporti europei che non sono ancora state ripristinate 9 mesi dopo l’inizio della crisi Covid-19.
Gli aeroporti dell’UE/Regno Unito sono stati i più colpiti, con la loro connettività diretta quasi scomparsa ad aprile, per poi registrare una debole ripresa durante il picco estivo del mese di agosto a -55% prima di scendere di nuovo a settembre (-62%).
Tra i più grandi aeroporti dell’UE/Regno Unito, a registrare una maggiore riduzione della connettività diretta sono stati Madrid-Barajas (-71%), Roma-Fiumicino (-70%), Monaco (-68%), Londra-Heathrow (-68%) e Francoforte (-67%). Nel frattempo, gli aeroporti regionali più piccoli hanno spesso visto la loro connettività diretta ancora più decimata, come dimostrano Linz (-96%), Treviso (-95%), Vaasa (-91%), Quimper (-87%), Newquay (-86%), Shannon (-83%) e Burgas (-82%).
Al contrario, la connettività diretta negli aeroporti russi e turchi si è dimostrata più resiliente, sia per le dimensioni che per la relativa dinamica del loro mercato interno. Ciò ha comportato perdite di connettività diretta più contenute per Mosca-Domodedovo (-12%), San Pietroburgo (-26%), Mosca-Vnukovo (-28%) e Istanbul-Sabiha Gökçen (-33%).
La connettività hub è stata ancora più colpita della connettività diretta, con i 6 Majors che hanno recuperato solo il 16% della loro connettività hub entro settembre. Monaco (-93%) e Londra-Heathrow (-92%) hanno registrato le perdite maggiori in termini di connettività hub, seguiti da Francoforte (-89%), Istanbul (-85%), Parigi-CDG (-81%) e Amsterdam-Schiphol (-70%).
Questa, afferma ACI Europe in un chiaro messaggio rivolto ai governi nazionali, è l’entità del danno collegato direttamente alle misure adottate per contenere il virus – l’approccio della “quarantena globale” ancora in atto in molti Paesi.
“Il danno è così sistemico che fare affidamento esclusivamente sulle forze di mercato per ripristinare la connettività aerea non sarebbe realistico. L’UE e i governi di tutta Europa devono intervenire con urgenza per contribuire a farla ripartire – ha commentato Olivier Jankovec, direttore generale di ACI Europe –. Abbiamo bisogno di un quadro di ripristino per l’aviazione che includa “Schemi di riavvio della connettività aerea” simili a quelli visti a Cipro, con contributi finanziari temporanei volti a sostenere il riavvio delle rotte aeree su base non discriminatoria. La connettività aerea è una parte essenziale della capacità produttiva delle nostre società, con un aumento del 10% della connettività aerea diretta che genera un aumento dello 0,5% del Pil pro capite. È ciò che tiene unita l’Europa, consentendo lo sviluppo economico locale, gli investimenti interni e il turismo. Non ci sarà ricostruzione e completa ripresa senza ripristinare la connettività aerea”.