ACI Europe: con l’aggravarsi della crisi, urge sostegno dell’Ue e dei governi per gli aeroporti
ACI Europe ha rivolto alla Commissione europea la richiesta di adottare con urgenza un piano di sostegno dell’Ue per l’aviazione e affinché i governi forniscano i finanziamenti necessari per supportare gli aeroporti e il ripristino dei collegamenti aerei.
Con quasi 200 aeroporti già esposti al rischio di insolvenza – spiega l’associazione degli aeroporti europei – la situazione finanziaria dell’industria aeroportuale europea peggiorerà ulteriormente nelle prossime settimane. Ciò in seguito al ripristino delle restrizioni e dei blocchi locali in diversi Paesi. Queste misure avranno un impatto diretto sui viaggi aerei interni, che fino ad ora si sono dimostrati più resistenti e scoraggeranno ulteriormente i viaggi aerei internazionali, tranne quelli strettamente essenziali.
Per quanto il traffico merci sostenuto rimanga un punto di forza per le compagnie aeree – spiega ACI – il suo impatto sugli aeroporti è marginale, poiché la maggior parte dei loro ricavi è collegata e dipende dal traffico passeggeri. Inoltre, a differenza delle compagnie aeree, gli aeroporti non ottengono entrate anticipate poiché vengono pagati solo dopo che il servizio è stato fornito e le loro strutture utilizzate. Infine, a differenza delle compagnie aeree che hanno beneficiato di oltre 31,8 miliardi di euro di aiuti finanziari dai governi europei, il sostegno agli aeroporti è rimasto fino ad ora limitato, con una cifra intorno a 840 milioni di euro.
Tutto ciò significa che il cash burn degli aeroporti, già a livelli insostenibili, non farà che accelerare insieme a ulteriori perdite di posti di lavoro senza interventi urgenti.
Sebbene la Commissione europea abbia esteso il suo quadro temporaneo di misure di sostegno, che consente agli Stati dell’Ue di aiutare le compagnie colpite dalla pandemia fino a giugno 2021, ciò non è sufficiente – sottolinea ACI – per affrontare il suo impatto devastante e duraturo sull’aviazione e gli aeroporti in particolare. A tal proposito ACI chiede alla Commissione Ue che le misure di sostegno vengano prorogate fino alla fine del 2021 e vengano integrate da un quadro di ripresa per l’aviazione che includa alcune misure chiave:
– il risarcimento dei danni dovuti al Covid-19 rimarrà disponibile per gli aeroporti fintanto che le restrizioni ai viaggi da parte degli Stati membri impediranno il recupero del traffico aereo;
– un quadro comune che consenta agli Stati di stabilire schemi di riavvio della connettività aerea. Questi programmi mirati e limitati nel tempo consentirebbero di sostenere la ripresa delle rotte aeree sospese a causa della pandemia fino al 2023 attraverso un contributo decrescente per passeggero, su base non discriminatoria;
– l’obbligo di servizio pubblico di emergenza rimarrà in vigore fino alla fine del 2021:
– adeguamenti immediati e a più lungo termine degli orientamenti sugli aiuti di Stato per il trasporto aereo del 2014 per estendere la possibilità per gli aeroporti di ricevere aiuti sia operativi che agli investimenti, con particolare attenzione al finanziamento di progetti di azione per il clima e sostenibilità.
“La perdita di posti di lavoro su larga scala e l’insolvenza non sono più le proiezioni peggiori per gli aeroporti europei. La crisi continua ad aggravarsi – ha dichiarato Olivier Jankovec, direttore generale di ACI Europe –. La situazione richiede un’azione urgente e decisiva con un quadro di ripresa ad hoc per l’aviazione a livello dell’Ue che consenta il sostegno oltre il 2021 e preveda che i governi forniscano di conseguenza sostegno finanziario. Ciò dovrebbe includere come priorità l’estensione dei regimi di sostegno alla disoccupazione per tutto il personale che lavora negli aeroporti, compensare gli aeroporti per le mancate entrate e sostenere la ricostruzione della connettività aerea fino al 2023”.
“Aiutare gli aeroporti a rimanere a galla e supportare la connettività aerea significa proteggere i mezzi di sussistenza in innumerevoli comunità locali e regionali in tutta Europa – ha aggiunto Jankovec –. L’industria sta facendo la sua parte al massimo, ma alla fine spetta ai governi agire subito per evitare l’irreversibile”.