Vienna pronta a radiare l’Eurofighter
Brutte notizie per il programma Eurofighter, a cui partecipa anche il nostro Paese, arrivano dall’Austria. Il primo cliente export del caccia europeo, potrebbe infatti porre fine al programma e sostituire il Typhoon con altre piattaforme, meno costose, da acquisire tramite un accordo gov-to-gov, o prendere in leasing. La notizia, riportata da diversi organi di stampa internazionali, arriva dopo le polemiche che vedono Airbus, partner industriale del programma assieme a Bae Systems e Leonardo e responsabile della campagna, accusata, assieme a due parlamentari austriaci, di aver omesso fattori determinanti sull’acquisizione dei caccia nel 2003, per circa 2 miliardi di euro.
Il ministro della Difesa austriaco, Peter Doskozil, starebbe valutando la possibilità di radiare il caccia e di puntare su soluzione maggiormente economiche. L’Austria ha comprato 15 Eurofighter di tranche 1, che potrebbero essere messi “fuori combattimento” da Vienna entro il 2020, visto che il costo del caccia per i prossimi 30 anni potrebbe, secondo Vienna arrivare, a 5 miliardi di euro, la maggior parte dei quali per la manutenzione della flotta. Nessun commento al momento dal costruttore europeo e dal consorzio Eurofighter, che ha però ribadito come l’Eurofighter “stia andando bene per tutti gli altri clienti”.
Il ministro ha inoltre annunciato che l’Austria è già in trattativa con un altro governo per l’acquisto di 18 caccia: 15 monoposto e 3 biposto. Con costi inferiori di due miliardi di euro rispetto a quanto previsto per gli Eurofighter. Secondo alcune dichiarazioni, Vienna potrebbe acquisire o prendere in leasing 18 caccia Gripne della svedese Saab, a cui sarebbero state già richieste informazioni tecniche e costi. Inoltre, alcuni colloqui si sarebbero già tenuti con gli Stati Uniti, che potrebbero fornire i caccia F-16 della Lockheed Martin, vicini alla chiusura delle linee di produzione. Già nel 2006 una commissione d’inchiesta parlamentare aveva avanzato dubbi sulla commessa, che riguardava inizialmente 18 velivoli poi ridotti a 15. Quest’anno l’accusa esplicita al consorzio di aver raggirato il governo sui costi del programma e in particolare al numero uno di Airbus Group, Tom Enders, accusato di aver fatto ricadere sul Typhoon la scelta di Vienna.
Eva Lami