Censis-Assaeroporti: entro il 2035 possibile raddoppio dei passeggeri in Italia
Il trasporto aereo è cresciuto anche negli anni della crisi e nei prossimi vent’anni il traffico raddoppierà negli aeroporti italiani fino a 311 milioni di passeggeri nel 2035. Tra il 2007 e il 2017, nel decennio della crisi economica globale, il trasporto aereo è aumentato nel nostro Paese del 21,8%. Nel 2016 il traffico negli scali nazionali ha superato i 164 milioni di passeggeri. La crescita nell’ultimo quinquennio è stata dell’11,1% e solo nell’ultimo anno del 4,6%. Anche la congiuntura più recente è molto positiva: +6,6% nel primo quadrimestre del 2017. Questi i principali risultati della ricerca “Il sistema aeroportuale italiano, cardine e protagonista dello scenario socio-economico del Paese”, realizzata dal Censis per conto di Assaeroporti, in occasione del 50° anniversario della costituzione dell’Associazione italiana Gestori Aeroporti.
Secondo la ricerca, l’industria aeroportuale mondiale vale 260 miliardi di dollari e dà lavoro a 2,6 milioni di addetti diretti. A livello nazionale – specifica – il settore aeroportuale, considerando l’impatto diretto, indiretto e indotto, vale il 3,6% del pil. La crescita del trasporto aereo sulle rotte internazionali traina gli investimenti diretti esteri (secondo Cassa depositi e prestiti ogni incremento di traffico del 10% genera aumenti di investimenti dall’estero del 4,7%). Il turismo mondiale – prosegue – presenta tassi di crescita notevoli (+75% negli ultimi quindici anni, +110% per i Paesi emergenti). L’Italia ha il capitale di base per intercettarne quote importanti, ma per cogliere questa opportunità è necessario il miglioramento quantitativo e qualitativo della connettività aeroportuale. Il ruolo importante dei medi aeroporti italiani – rileva il Censis – configura un sistema meno gerarchizzato rispetto ai principali Paesi europei. I gate intercontinentali di Fiumicino, primario hub nazionale, Malpensa e Venezia (secondo la definizione del Piano nazionale aeroporti) intercettano il 43% del traffico passeggeri, ma i 7 aeroporti non gate, con più di 5 milioni di passeggeri all’anno, ne movimentano il 33%. Completano il quadro i 32 aeroporti con meno di 5 milioni di passeggeri, con una quota sul totale del 24%.
Un altro aspetto che emerge dalla ricerca sono le opportunità di sviluppo del settore cargo legate all’e-commerce. Nel mondo – spiega il documento – solo il 2% del tonnellaggio di merci passa per le vie aeree. In valore si raggiunge però il 35% del totale.
In Italia il settore cargo vale complessivamente 998.900 tonnellate, un dato in crescita costante negli ultimi tre anni (+6,1% tra il 2015 e il 2016). Nel sistema nazionale il traffico cargo è molto più polarizzato del traffico passeggeri. Milano Malpensa movimenta attualmente circa la metà del volume totale e 4 scali del Nord (Malpensa, Orio al Serio, Venezia e Bologna) insieme a Fiumicino valgono più del 92% del totale movimentato. Le opportunità di crescita sono molto concrete e legate allo sviluppo dell’e-commerce, che viaggia su aerei cargo per circa il 90%.
E l’indagine parla anche del “nodo dei piccoli aeroporti”: nell’ultimo quinquennio i piccoli aeroporti (con meno di 2 milioni di passeggeri) hanno perso complessivamente il 14,7% del loro traffico. Si tratta di scali gestiti in prevalenza da società pubbliche con difficoltà di bilancio e con prospettive di privatizzazione difficilmente percorribili. Quelli collocati in aree marginali del Paese, non raggiunte da altre modalità di trasporto veloce, svolgono un ruolo pubblico indispensabile per garantire i collegamenti.