Iata: air cargo cresce del 3,5% nel 2018
E’ cresciuta del 3,5% nel 2018 la domanda di trasporto cargo aereo, misurata in FTK (freight tonne kilometers). Lo rende noto la Iata, l’associazione internazionale del trasporto aereo, specificando che si tratta di un risultati ben al di sotto dell’incremento del 9,7% registrato nel 2017. La capacità, misurata in AFTK (Available freigt tonne kilometers) è aumentata invece del 5,4% superando quindi l’incremento annuale della domanda; questo ha esercitato una pressione al ribasso sul load factor. Se si considera il solo mese di dicembre, la domanda è diminuita dello 0,5%, la peggior performance da marzo 2016. “La domanda di cargo aereo ha perso slancio verso la fine del 2018 a seguito dell’indebolimento del commercio globale, del crollo della fiducia dei consumatori e a causa della situazione geopolitica – ha sottolineato Alexandre de Juniac, direttore generale e ceo della Iata -. Tuttavia la domanda è cresciuta del 3,5% rispetto al 2017 e siamo cautamente ottimisti sul fatto che nel 2019 crescerà del 3,7%. Tuttavia per il persistere di tensioni commerciali e azioni protezionistiche da parte di alcuni governi vi è un significativo rischio al ribasso. Mantenere le frontiere aperte alle persone e al commercio è fondamentale”.
Analizzando la situazione delle varie regioni, i vettori dell’Asia Pacifico hanno riportato il risultato peggiore a dicembre, con un calo del 4,5%. Nell’intero anno, invece, la domanda è salita solo dell’1,7%. Al contrario, le compagnie del Nord America ha dicembre hanno realizzato la crescita migliore per il settimo mese consecutivo con un incremento del 2,9%. Nell’intero anno l’aumento è stato miglioramento invece del 6,8%. Bene anche l’Europa che ha segnato un +1,9% a dicembre e del 3,2% per l’intero anno. In calo invece il Medio Oriente, che a dicembre ha riportato solo un +0,1% mentre per l’intero anno ha registrato un perdita del 4,5%. L’America Latina e l’Africa, infine, hanno riportato rispettivamente per il 2018 un miglioramento del 5,8% e una diminuzione dell’1,3%.