Fs: privatizzazione, Elia chiede un quadro regolatorio chiaro
Michele Mario Elia, ad di Fs Italia ha ribadito che il Gruppo è pronto alla privatizzazione , ma il presupposto di fondo è la presenza di una cornice di regole strutturata.
A Palazzo Madama, nel corso di un’audizione alla Commissione Lavori Pubblici del Senato in merito al processo di privatizzazione, il top manager ha insistito sulla necessità di stabilire un quadro regolatorio chiaro, sia per quanto riguarda il calcolo dei pedaggi per l’utilizzo della rete, sia per le modalità di gestione delle gare per il trasporto pubblico locale
In merito all’ipotesi di vendita dell’AnsaldoBreda, Elia ha auspicato che la produzione dei treni rimanga in Italia: “Se la vendono e poi rimane nel Paese a noi va bene, non è importante come si chiami ma che rimanga qui. Ansaldo, Bombardier e Alstom – ha proseguito – hanno una grande competenza e assicurano molti posti di lavoro. Non dobbiamo fare come l’Inghilterra, dove i produttori di treni sono scomparsi. Il treno Frecciarossa 1000 che sta vendendo AnsaldoBreda è una grande conquista”.
Nell’audizione in Senato si è parlato anche di dissesto idrogeologico. Le Ferrovie monitorano 2.900 punti su 17mila chilometri di rete. “Per metterla a posto tutta servono 2 miliardi, quest’anno – ha ricordato Elia – abbiamo cominciato a lavorare con 125 milioni. Stiamo lavorando nella zona di Genova dove abbiamo 50 punti che sono tutti sotto controllo. Sulla metà di questi – ha aggiunto – stiamo intervenendo e alcuni sono già risolti. Si tratta di un lavoro capillare, svolto distinguendo tra fenomeni lenti e fenomeni improvvisi. Un lavoro che la Struttura di missione di Palazzo Chigi contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche ha lodato perché molto accurato”.