Assarmatori: prevedere esenzione dall’ETS per i collegamenti insulari e le Autostrade del Mare

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giovedì 29 settembre 2022

Nei giorni in cui le forze politiche uscite vittoriose dall’ultima tornata elettorale stanno lavorando alla composizione del nuovo esecutivo che riceverà il testimone dal Governo Draghi arrivano le richieste più urgenti da parte degli armatori italiani.

Estendere a tutti i collegamenti insulari e alle Autostrade del Mare l’esenzione dall’ETS, il sistema di scambio delle quote di emissione a livello comunitario previsto nel pacchetto Fit for 55, per difendere la continuità territoriale da un lato e uno strumento di vera sostenibilità ambientale dall’altro.

Questa la richiesta, indirizzata anche con un appello al Governo che andrà a formarsi nelle prossime settimane dai vertici di Assarmatori nel corso della Naples Shipping Week.

Il Parlamento UE, infatti, ha chiesto l’esenzione dall’ETS per le tratte soggette a obblighi di servizio pubblico, mentre il Consiglio ha fatto altrettanto per i collegamenti con le isole minori. Ma secondo Assarmatori non basta.

“Dobbiamo confermare questo assetto anche in vista della Direttiva finale – ha spiegato Matteo Catani, membro del Consiglio Direttivo di Assarmatori e presidente della Commissione Cabotaggio e Autostrade del Mare – e far sì che anche tutti i collegamenti insulari e quelli delle Autostrade del Mare ottengano l’esenzione. Altrimenti ci troveremmo di fronte a una lesione del principio di proporzionalità dell’UE, visto che l’Italia sarebbe maggiormente penalizzata da queste misure rispetto ad altri Stati membri vista la sua dipendenza dal trasporto marittimo”.

Il nostro Paese, infatti, è leader nel Mediterraneo per quanto riguarda le Autostrade del Mare, con una quota di mercato del 37%. “Mettere a rischio questo sistema, che si è realizzato anche grazie a strumenti importanti come il Marebonus – ha aggiunto Alberto Rossi, segretario generale di Assarmatori – significherebbe correre il rischio di uno switch modale inverso, cioè dal mare alla strada: altro che sostenibilità ambientale, aumenterebbero il traffico, l’incidentalità e l’inquinamento. Un altro obbiettivo deve essere quello di far sì che quanto incassato con l’ETS in Italia rimanga nel nostro Paese e sia allocato per finanziare investimenti a terra e a bordo e in ricerca e sviluppo, con l’obiettivo di rendere le flotte sempre più compliant con la normativa”.

Modificare l’applicazione del CII

Un’altra proposta regolatoria che ‘incombe’ sul ruolo delle Autostrade del Mare è l’applicazione senza correttivi del CII (Carbon Intensity Indicator) dell’IMO: lo strumento prevede l’assegnazione alle navi di un rating da A ad E.

Un recente studio del RINA per Assarmatori ha evidenziato come nel giro di tre anni – quindi entro il 2025 – la flotta traghetti italiana si troverebbe in scacco, con più del 73% delle navi non ottemperanti alla norma e quindi potenzialmente non più in grado di navigare.

“Dobbiamo cambiarne la metrica – ha concluso Rossi –. Il CII infatti prende in considerazione anche la percentuale di emissioni prodotte durante la sosta in porto, peggiorando di conseguenza drasticamente in modo ingiustificato il rapporto tra CO2 emessa e miglia percorse. Occorre quindi un correttivo specifico, che permetterebbe di rendere il profilo di rating della flotta traghetti italiani più attinente al profilo di rating definito per la flotta mondiale”.

 

Tag: AssArmatori

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