Ferrovie: più risorse per migliorare le infrastrutture
I ricavi dei pedaggi non bastano a manutenere né a migliorare l’infrastruttura ferroviaria. Il dato emerge dalla sessione pomeridiana di Mercintreno, il forum di trasporto ferroviario di Federmobilità in svolgimento a Roma. Le reti sono finanziate in misura troppo scarsa rispetto agli oneri di manutenzione e per questo non possono espandere la loro capacità.
La concorrenza e li libero accesso a binari e nodi sono accompagnati da riduzione delle tariffe, elevati investimenti privati e profittabilità dei servizi, con esclusione di contributi da parte dello Stato. In generale però, la performance finanziaria della ferrovia è decisamente ancora troppo bassa rispetto agli altri settori.
Dunque, per agevolare la riscossa della rotaia, è indispensabile che binari, linee elettriche di alimentazione, stazioni, terminali merci e quant’altro siano di buona qualità. Il che riporta l’argomento sulle migliorie da apportare nella rete. Per essere competitivi, i treni merci europei (e soprattutto italiani) devono poter correre a una conveniente velocità commerciale, garantendo tempi di percorrenza affidabili. Per quanto riguarda la velocità, quella massima consentita a tutt’oggi sulla rete nazionale è di 120 chilometri orari. I tempi di percorrenza però sono influenzati anche dai vari conflitti di circolazione che si creano con convogli di altro tipo (benché, per esempio, nelle ore notturne i treni merci abbiano la precedenza sui treni viaggiatori). Assicurare fondi sufficienti a mantenere un’infrastruttura di qualità è comunque l’unico modo non solo per poter onorare i contratti con gli operatori ferroviari, ma per far sì che il famoso riequilibrio modale strada-ferro si crei una volta per tutte.
Vincenzo Foti