Sicurezza stradale: al via la campagna a difesa delle fasce deboli
Nel 2016 si sono verificati in Italia 175.791 incidenti stradali con lesioni, che hanno provocato 3.283 vittime e 249.175 feriti, con una diminuzione del 4,2% del numero dei deceduti rispetto al 2015 (-145). I dati, provenienti dall’Istat, evidenziano che tra le vittime sono in aumento i ciclisti (275, +9.6%) e i ciclomotoristi (116, +10,5%), mentre risultano in calo i motociclisti (657,- 15,0%). Questi presupposti sono alla base della nuova campagna di sicurezza stradale promossa da Anas e Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti in collaborazione con la Polizia di Stato. Sulla strada non siamo mai da soli: c’è sempre un #buonmotivo per essere responsabili. È questo il claim per sensibilizzare gli utenti della strada sulle situazioni di pericolo che possono venirsi a creare, per se stessi e per gli altri, quando non si rispettano le regole. Ciclisti, motociclisti, pedoni: sono loro i cosiddetti “utenti vulnerabili” che più di tutti pagano il prezzo dei comportamenti inappropriati, come distrazione e alta velocità, sulle strade.
“La sicurezza delle infrastrutture, e quindi delle persone, è una nostra priorità, per la quale siamo intervenuti con investimenti importanti nella cura e manutenzione dell’intera rete di mobilità – ha detto il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio. Ma il rispetto degli altri, attraverso il rispetto delle regole, è condizione irrinunciabile per prevenire il rischio. L’attenzione e il senso di responsabilità di tutti, promossi con la campagna Anas, Mit e Polizia di Stato, sono la base per far crescere una cultura che promuova i comportamenti più corretti. A volte le nostre decisioni e le nostre disattenzioni possono mettere in pericolo la salute di tutti, soprattutto quella dei soggetti più vulnerabili: è questo il buon motivo per ricordare che non siamo mai soli sulla strada. Sono stati fatti passi avanti, ma si deve fare molto di più. Quasi 10 morti al giorno sono una strage inaccettabile. “C’e’ stato un intasamento nell’iter delle riforme, ma la norma che abbiamo proposto in commissione parlamentare resta sul piatto, quindi se le leggi vanno avanti come auspichiamo anche questa proposta diventerà operativa”, ha detto in merito alla modifica del codice della strada che prevede il ritiro immediato della patente per chi usa il cellulare, già alla prima infrazione. Il ministro si è augurato infatti che vengano introdotte “sanzioni molto forti per chi usa il telefonino mentre guida. La velocità e la disattenzione sono le cause principali delle vittime sulle strade”.
“Siamo in prima linea sul fronte della sicurezza stradale – ha spiegato il presidente di Anas Gianni Vittorio Armani – con il grande progetto di manutenzione avviato nel 2015 per mettere in sicurezza e potenziare il patrimonio esistente lungo tutto il territorio nazionale. Ma la strada è uno spazio condiviso, per renderlo davvero sicuro serve l’impegno di tutti”. Il presidente di Anas ha infatti ricordato il piano di investimenti 2016- 2020: 23,4 miliardi di euro, il 45% dei quali per la manutenzione e la messa in sicurezza. “Per rendere davvero sicure le strade occorre però prima di tutto un cambiamento culturale – ha proseguito -. I comportamenti irresponsabili, dalla distrazione all’eccesso di velocità, dalle manovre irregolari e azzardate al mancato utilizzo di adeguati sistemi di protezione, come ad esempio il casco per chi va in moto, compromettono non solo l’incolumità di chi li compie ma anche quella di chi li subisce passivamente senza potersi proteggere”.
“Fondamentale è l’impegno congiunto diretto a diffondere la cultura di una corretta mobilità stradale – ha spiegato il Direttore del Servizio Polizia Stradale Giuseppe Bisogno – perché la prevenzione è anche comprensione del rischio derivante da comportamenti irresponsabili. È stato fatto tanto ma ancora molto resta da fare per raggiungere l’obiettivo più ambizioso che è quello di inculcare una vera cultura di legalità e civiltà sulla strada, soprattutto in questo momento, in cui i conducenti vogliono essere sempre ‘connessi’, anche quando sono alla guida. I comportamenti scorretti causati soprattutto dalla distrazione sono purtroppo sotto i nostri occhi tutti i giorni ed impongono l’adozione di una politica rigorosa in materia di controllo dei conducenti ed azioni incisive di sensibilizzazione, dirette a far comprendere quanto sia importante adottare condotte di guida responsabili”.
Per parlare soprattutto ai giovani, la campagna un #buonmotivo vede come testimonial il cantante Francesco Gabbani, protagonista di uno spot trasmesso dal 4 dicembre al 3 gennaio su tv, radio, web e sui canali social.