Centodieci anni insieme: oggi le celebrazioni per l’anniversario della Polizia Ferroviaria
Si è tenuta oggi a Roma presso la Scuola superiore di Polizia una cerimonia dal titolo “Centodieci anni insieme” con cui sono state ripercorse le tappe fondamentali della storia della Polizia ferroviaria, dal giorno della sua costituzione, il 24 giugno 1907, fino ai giorni nostri. Una storia lunga 110 anni, raccontata dal capo della Polizia Franco Gabrielli (nella foto) durante il suo intervento tra passato, presente e futuro della Specialità, ma anche dagli altri ospiti: Renato Mazzoncini, ad di FS Italiane, Luigi Cantamessa, direttore della Fondazione FS Italiane e Armando Nanei, direttore del servizio Polizia Ferroviaria.
La celebrazione è stata preceduta dalla deposizione di una corona presso il Sacrario della Scuola e ha costituito un momento per ricordare il sacrificio dei tanti poliziotti della Polizia ferroviaria morti durante il loro lavoro. Proprio oggi, infatti, ricorre la commemorazione della morte del vice brigadiere Giuseppe Verduci, assassinato il 26 giugno 1974 da quattro rapinatori mentre era impegnato durante un servizio di scorta a bordo di un treno; la figlia Giuseppina che allora aveva solo 8 anni, stamattina ne ha tracciato il ricordo.
“Finalmente la Polfer ha dismesso i panni della cenerentola e ha acquisito la giusta consapevolezza – ha spiegato Nanei -. Il ruolo che ricoprono i nostri agenti si caratterizza principalmente per la “prossimità” al cittadino per questo amo definirli ‘gli angeli di chi viaggia’”. “Condividiamo gli stessi ‘clienti’ – ha spiegato Mazzoncini – e offriamo loro un servizio in cui la sicurezza è fondamentale. In questa direzione va il progetto di rinnovo dei convogli che abbiamo avviato in Fs e che ci porterà entro il 2019 a sostituire il 70% della flotta. Collateralmente stiamo modificando completamente il concetto di stazione affinché rappresenti sempre più un luogo di aggregazione, a prescindere dall’utilizzo del treno, percepito come spazio sicuro ed accogliente”.
Nell’ambito dell’evento è stata presentata anche una mostra fotografica, nata dalla collaborazione tra la Polizia di Stato e Ferrovie Italiane, con immagini d’epoca e più recenti, per rievocare alcuni aspetti significativi della storia ultracentenaria della Specialità. Nata il 24 giugno 1907, a seguito dell’istituzione dei commissariati di pubblica sicurezza presso le Direzioni compartimentali delle Ferrovie dello Stato con provvedimento di Giovanni Giolitti, all’epoca ministro dell’Interno, la Polizia ferroviaria da allora è l’organo di pubblica sicurezza naturalmente deputato alla prevenzione e repressione dei reati in ambito ferroviario.
Garantisce la sicurezza di tutti coloro che si muovono in treno o frequentano, per diversi motivi, le stazioni: attualmente oltre 3 milioni e mezzo di persone, in un settore nevralgico della mobilità del Paese che vede circolare quotidianamente più di 9 mila convogli su oltre 16 mila chilometri di linea ferrata. Oltre 2.500 le stazioni presenti sul territorio nazionale.
La quotidianità della Polizia ferroviaria è fatta di prevenzione e contrasto ai reati in ambito ferroviario (i dati statistici parlano di un calo significativo dei principali reati: -27% furti, -37% rapine, -5% aggressioni, -47% furti rame, -9% danneggiamenti), ma allo stesso tempo di vicinanza e sostegno a chi è in difficoltà: migliaia le persone scomparse rintracciate ogni anno, in particolare minori; decine le vite salvate, di aspiranti suicidi o di persone colte da malore; elevata l’attenzione verso il fenomeno dei migranti; grande la prossimità alle persone emarginate o in stato di bisogno.
Sul fronte delle tecnologie e a supporto dell’attività operativa, le pattuglie della Specialità sono dotate di smartphone di ultima generazione, forniti di rilevatori termici e telecamere con visione notturna ed in grado di accedere direttamente alle banche dati di polizia oltre che di trasmettere dati ed immagini in tempo reale alle sale operative. Anche le sale operative sono state dotate di modernissimi software che consentono inoltre la geolocalizzazione delle pattuglie, per coordinarne al meglio gli interventi.