Italia deferita alla corte Ue per norma sulle patenti
Ieri, 19 novembre, la Commissione Europea ha deferito alla Corte Europea di Giustizia l’Italia, assieme a Repubblica Ceca, Estonia, Portogallo e Slovenia, per aver violate le norme europee sulle patenti di guida relative alla direttiva 2006/126/CE.
La direttiva prevede lo scambio d’informazioni sui documenti rilasciati in territorio comunitario e gli Stati membri avrebbero dovuto metterla in pratica nel 2013. Ad oggi, invece, i Paesi in questione non hanno ottemperato ai loro obblighi.
Il ministero delle Infrastrutture e trasporti italiano è intervenuto sulla vicenda precisando che “dal 2013 il CED, centro elaborazioni dati, della Direzione generale per la Motorizzazione ha avviato la realizzazione di tre progetti in applicazione di direttive comunitarie, finalizzati all’interconnessione dell’archivio nazionale dei veicoli e della anagrafe nazionale degli abilitati alla guida, con le omologhe banche dati degli Stati membri”. Si tratta proprio del Resper (archivio UE patenti), dell’Erru (Registro elettronico delle imprese di autotrasporto) e del Cross Border per lo scambio transfrontaliero di informazioni sulle infrazioni di sicurezza stradale.
“Per quanto riguarda la procedura di interconnessione degli archivi delle patenti di guida a livello comunitario (Resper), in attuazione della direttiva 2006/126/CE – spiega la nota del MIT – all’inizio del mese di maggio 2015, dopo aver completato la realizzazione della procedura, sono iniziati i test di integrazione con la piattaforma informatica della UE, propedeutici alla messa in produzione della procedura stessa”.
“Stante la complessità – si legge ancora – delle procedure informatiche sulle quali operano più strutture tecniche, non è possibile effettuare in parallelo i test con le citate strutture tecniche, sui tre diversi ambienti (Cross Border, Erru e Resper). La necessità di dover accordare la priorità alle suddette procedure, Cross Border e Erru, al fine di evitare una possibile l’apertura di una procedura di infrazione, ha determinato, inevitabilmente, un ritardo del piano di test previsto per la procedura Resper che comunque si completerà entro il 2015, prima della formalizzazione della procedura di infrazione”.
“Lo sviluppo di queste attività – conclude il ministero – è stato sempre stato svolto dal Mit sotto il coordinamento del Dipartimento per le Politiche Europee”.