Venezia Port Community, appello al Governo per far ripartire settore crocieristico
La Venezia Port Community, che rappresenta i principali operatori portuali e turistici della città, scende in campo nel mercato delle crociere lanciando un appello al Governo affinché fissi urgentemente una data per la ripartenza dell’attività crocieristica dai porti italiani.
L’appello è raccolto e condiviso anche da tutti gli operatori portuali dei servizi, dai servizi tecnico nautici (piloti, ormeggiatori e rimorchiatori), dai trasportatori che lavorano per le provviste di bordo delle compagnie, dagli autisti NCC e dai tanti lavoratori delle società di granturismo, taxi e lancioni, pronti a mobilitarsi per sollecitare una luce verde dal Governo.
“Il tempo delle parole si è esaurito – sottolinea Alessandro Santi, coordinatore della Community, nonché presidente dell’Associazione agenti marittimi veneziani – è ormai urgentissimo fissare una data per la ripartenza delle crociere, ferme qui a Venezia ormai dal novembre scorso. La riapertura c’è stata per tutte le altre attività turistiche non per le crociere, nonostante siano stati predisposti i necessari protocolli di sicurezza ai tavoli tecnici nazionali ed esistano quindi tutte le precondizioni per operare in massima sicurezza”.
“Abbiamo adottato – aggiunge Vladimiro Tommasini, presidente della Cooperativa Portabagagli del Porto di Venezi, – protocolli operativi stringenti e siamo pronti, aspettiamo solo che arrivi la prima nave. Se per i mesi invernali, pur non avendo lavoro, abbiamo dato fondo alle nostre risorse garantendo lo stipendio, utilizzando per i mesi successivi ammortizzatori sociali che si sono esauriti, ora reclamiamo una cosa sola: lavoro, anche per i molti addetti stagionali rimasti oggi senza reddito”.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche le agenzie turistiche, raccolte nelle sigle FIAVET Veneto e TURIVE: “Il turismo manifesta prudenti ma costanti segnali di ripresa; l’unico settore ancora fermo è quello delle crociere, non possiamo attendere ancora; se la ripartenza non si concretizzerà ad agosto c’è il rischio di dover aspettare fino a maggio 2021 e questa sarebbe una catastrofe per molte aziende e centinaia di famiglie. Per non parlare delle conseguenze sul territorio derivanti dalla scomparsa di un turismo organizzato di valore, che richiede servizi e lascia ricchezza sul territorio, dai negozi ai ristoranti, dagli alberghi alle vetrerie”.