Sciopero sospeso al porto di Rotterdam dopo cinque giorni di blocco
Logistica sotto pressione tra ritardi e trattative, ecco la situazione
Lo sciopero al porto di Rotterdam è sospeso temporaneamente dopo cinque giorni di blocco che hanno messo in crisi la logistica europea.
L’8 ottobre 2025 i lavoratori addetti al fissaggio dei container avevano proclamato uno sciopero a tempo indeterminato, fermando le operazioni di carico e scarico nei principali terminal olandesi.
Il 13 ottobre il tribunale di Rotterdam ha ordinato la sospensione dello sciopero dei lavoratori al porto di Rotterdam, fino a venerdì 17 ottobre, consentendo la ripresa delle attività portuali.
Durante questa tregua, il sindacato FNV e le aziende coinvolte dovranno riaprire le trattative per trovare un accordo definitivo.
Secondo l’Autorità portuale, oltre venti portacontainer erano in attesa al largo della costa olandese, con un aumento medio di quattro o cinque navi al giorno. Lo sciopero dei lavoratori al porto di Rotterdam ha provocato ritardi significativi in tutta la catena dei trasporti, incidendo anche su alimentari, farmaci e componenti industriali.
Sciopero al porto di Rotterdam: le cause
Alla base dello sciopero dei lavoratori del porto di Rotterdam c’è una vertenza salariale che dura da mesi. Il sindacato FNV chiede un aumento del 7%, poi ridotto al 6,5%, il mantenimento dell’indicizzazione automatica all’inflazione e una maggiorazione del 35% per i turni notturni e di squadra.
Le aziende hanno offerto incrementi tra il 4% e il 6%, ma i rappresentanti sindacali li considerano insufficienti.
Il tribunale, pur riconoscendo il diritto allo sciopero, ha giudicato l’impatto della protesta al porto di Rotterdam sproporzionato, poiché il blocco del porto rischiava di compromettere la sicurezza dell’approvvigionamento nazionale ed europeo.
La decisione consente di riprendere temporaneamente il lavoro, ma se non si troverà un accordo entro la scadenza della tregua, lo sciopero al porto di Rotterdam potrà riprendere senza limiti di durata.
Effetti dello stop sulla logistica europea
Durante i cinque giorni di sciopero a Rotterdam, secondo i dati di Deltalinqs, non sono stati movimentati circa 17.000 container al giorno, con conseguenze dirette su tutta la catena logistica.
Le compagnie di navigazione Maersk e MSC hanno dovuto riorganizzare le rotte e deviare alcune navi verso porti alternativi.
Il porto di Rotterdam, principale hub logistico del continente, movimenta ogni anno oltre 14 milioni di TEU e rappresenta un punto chiave per le merci dirette in Germania, Francia e Italia. La paralisi del traffico ha generato un effetto domino, rallentando anche i collegamenti ferroviari e stradali con l’entroterra.
Le autorità stimano che serviranno almeno due settimane per smaltire l’arretrato accumulato, anche in caso di piena ripresa delle operazioni.
Sciopero anche al porto di Anversa e nel nord Europa
La crisi non si limita ai Paesi Bassi. Anche il porto di Anversa-Bruges è stato colpito da una protesta dei piloti portuali, che contestano la riforma pensionistica proposta dal governo federale belga. La misura potrebbe ridurre fino al 45% i trattamenti futuri, spingendo i lavoratori a scioperare e rallentare le operazioni di pilotaggio.
Il traffico al porto di Anversa è sceso da 70-80 navi giornaliere a poco più di 30. Anche i porti tedeschi di Amburgo e Bremerhaven hanno registrato congestioni dovute alla deviazione dei flussi commerciali.
Nel complesso, il porto di Rotterdam e di Anversa gestiscono oltre il 20% del traffico container europeo. La combinazione degli scioperi nei due scali ha accentuato la pressione sulla logistica europea, con ritardi stimati fino a tre settimane per alcune spedizioni.
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