Venezia e le navi da crociera: la convivenza è possibile
Non c’è una contrapposizione tra Venezia e il turismo delle grandi navi da crociera. E’ quanto emerso durante il convegno “Venezia e crociere, l’equilibrio possibile”, che si è svolto oggi a Roma presso la sede di Confcommercio su iniziativa di Federagenti. Le categorie economiche del mare, del commercio e dei pubblici esercizi hanno illustrato le ragioni per cui non ha senso che la città lagunare si separi dalle navi da crociera. Tra i motivi che rendono possibile questa convivenza, vi è quello che Venezia subisce un turismo non gestito mentre il turismo crocieristico (1 milione e 800 mila persone l’anno) è l’unico programmabile. Inoltre, se il settore dovesse abbandonare la città, 10 porti adriatici sarebbero al tracollo e 210 milioni di fatturato in bilico. Il presidente di Assoagenti Veneto, Alessandro Santi, ha poi sottolineato che non esistono problemi di sicurezza, soprattutto perché non ci sono rischi di danni per le navi in caso di incaglio per la consistenza fangosa dei fondali. E che i veneziani “non sono affatto contro le grandi navi, visto che per il 70% sono un’opportunità e per quasi il 60% l’addio delle navi comporterebbe danni economici altissimi”.
Il presidente di Federagenti, Michele Pappalardo, ha illustrato il contenuto del documento siglato insieme a Confcommercio e Assoporti: si tratta di un patto che ha l’obiettivo di rendere l’attività crocieristica un valore aggiunto per Venezia e di ricercare soluzioni per il transito delle grandi navi da crociera.
Secondo il direttore generale di Confcommercio, Francesco Rivolta, la città lagunare “non può perdere alcuna delle sue caratteristiche peculiari: ogni operatore economico serio sa che la prima regola è la salvaguardia e la valorizzazione dei fattori competitivi che assicurano il successo dell’impresa. Allo stesso tempo, è indubbio che Venezia non possa perdere il suo ruolo nel traffico crocieristico, altrimenti ci sarebbero danni irreparabili per tutta l’economia del Mediterraneo orientale”.