Unioncamere firma un protocollo per rilanciare l’Economia del Mare
Migliorare l’operatività delle imprese dell’economia del mare. Ecco in sintesi l’obiettivo del rapporto di collaborazione siglato tra Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto e da Unioncamere. Il Comandante Generale Ammiraglio Ispettore Capo Felicio Angrisano e il Presidente Ferruccio Dardanello si sono impegnati per convergere verso la semplificazione amministrativa e gestionale delle attività di impresa; la tutela ambientale dei litorali e delle aree marine; la promozione dello sviluppo sostenibile.
Viva soddisfazione è stata espressa dal Comandante generale del Corpo delle Capitanerie di porto, per il risultato raggiunto, in vista di una sempre più stretta collaborazione istituzionale volta a promuovere ulteriori e nuovi progetti in favore dell’Economia del mare.
“La sottoscrizione – dichiara l’Ammiraglio Angrisano – è il frutto di un proficuo periodo di attenta sperimentazione, durato oltre un anno, nel corso del quale è stata individuata la Capitaneria di porto di Gaeta, quale Autorità marittima pilota, per testare procedure informatizzate, finalizzate a ridurre la distanza tra Imprese e Istituzioni. Grazie ad un innovativo applicativo informatico, primo concreto risultato del Protocollo sottoscritto oggi, – aggiunge l’Ammiraglio Angrisano – le imprese di pesca potranno interfacciarsi, attraverso un portale web, direttamente con le Capitanerie di porto per il disbrigo di pratiche amministrative, conseguendo così, una significativa semplificazione burocratica. Il nuovo sistema informatico, sperimentato con successo, una volta a regime, sarà esteso ai diversi Uffici territoriali del Corpo delle Capitanerie di porto – Guardia Costiera e quindi a tutto il territorio nazionale”.
L’altro ambito prioritario di intervento, individuato dalle parti, è quello della portualità turistica. A tale scopo è stato sottoscritto, contestualmente al primo protocollo, un accordo operativo tra Capitaneria di Porto, Unioncamere e Assonat (Associazione Nazionale Approdi e porti Turistici).Questo mira a definire proposte di semplificazione amministrativa per le imprese che operano nel settore della costruzione o della gestione dei Porti e approdi Turistici e a rafforzare la rete della portualità turistica italiana, anche con sistemi di qualificazione dei porti e degli approdi, che ne favoriscono la promozione in Italia e all’estero. L’impatto economico generato dalle presenze turistiche nelle località balneari italiane è stimato in oltre 19 miliardi di euro, ovvero 1 miliardo in più rispetto al turismo nelle città d’arte. L’indotto di spesa complessivo del turismo nautico è poco meno di 1,5 miliardi di euro e la maggior parte di questa avviene nei pressi dei porti turistici.
Sono 12.254 le imprese di pesca e acquacoltura in Italia, mentre la flotta di imbarcazioni di pesca iscritta al registro europeo è di 12.689 unità, con una capacità di stazza in GT di 163.864, pari all’11% del totale Europa (l’Italia è al terzo posto dopo Spagna e Inghilterra). Il settore della pesca è una voce importante dell’economia del mare, insieme alla cantieristica navale, ai trasporti marittimi e al turismo marino. Nel suo complesso, l’economia del mare, delineata dall’ultimo Rapporto di Unioncamere, conta circa 180mila imprese, che producono un valore aggiunto di 41,5 miliardi di euro pari al 3% del totale dell’economia nazionale (considerando l’indotto, diventano quasi 120 miliardi, pari all’8,5% dell’intera economia), occupano 808,8 mila persone (pari al 3,3% del totale Italia). Le sole filiere della cantieristica e della pesca, inoltre, esportano 4,5 miliardi di euro contribuendo per l’1,2% all’export nazionale.