La Federazione del Mare alla conferenza Future for Ocean Governance and Blue Growth
La Federazione del Mare ha partecipato alla conferenza “Future for Ocean Governance and Blue Growth” in rappresentanza dei cluster marittimi europei.
Presenti alla conferenza José Inácio Faria, deputato europeo portoghese della commissione Ambiente; per ENMC (European Network of Maritime Clusters), organizzazione di cui l’Italia detiene la vicepresidenza, è intervenuta Laurence Martin, vicesegretario generale della Federazione del Mare. Durante i lavori sono stati affrontati tre importanti temi: modellare la governance globale dell’oceano per il futuro, ottenere mari sani e puliti entro il 2030, promuovere un’economia blu sostenibile.
Laurence Martin ricorda che: “L’industria marittima è un settore vitale e strategico per l’Europa. Oltre ad avere un’enorme dimensione costiera […] l’Europa è una grande potenza marittima: il 90% del commercio internazionale, l’80% del commercio estero dell’UE e il 40% del commercio interno dell’UE utilizzano la navigazione. Inoltre, gli armatori europei controllano quasi il 40% della flotta mercantile mondiale e sono attori chiave nello shipping. L’industria cantieristica europea è leader mondiale per quanto riguarda le navi da crociera e gli yacht da diporto, mentre l’industria di produzione di apparecchiature e componenti dell’UE serve metà della flotta mondiale. L’attività europea di pesca svolge un ruolo importante nella nostra politica alimentare”.
Sulla sostenibilità ambientale delle attività marittime ha poi ricordato che gli armatori europei vogliono navigare con navi pulite e per questo hanno appoggiato la nuova normativa dell’International Maritime Organization che stabilisce al 2050 una crescita delle emissioni di gas-serra limitata al 50% del livello del 2008. Inoltre, dal 2020 entrerà in vigore in tutto il mondo la normativa IMO che prevede un limite di 0,5% dello zolfo nei carburanti marini.
Per compiere passi significativi, assicurare un trasporto a emissioni zero entro il 2050 e quindi contribuire a rendere entro quell’anno l’Europa un’economia e una società a impatto climatico neutro, il settore marittimo è aperto a continuare a investire e sperimentare, ma per farlo – sottolinea la Federazione Mare – chiede scelte politiche stabili e ha bisogno di una quota equa e sostanziale di finanziamento da programmi come Horizon Europe.
In tal modo, l’Europa contribuirà alla lotta globale al cambiamento climatico, oltre ad aiutare i cantieri navali europei a fronteggiare la concorrenza in termini di innovazione e consentire la progettazione e la costruzione dei tipi di navi più innovativi. Per questi motivi -ribadiscono – l’Europa e i suoi Stati membri devono agire ora a livello politico, a sostegno dei settori della navigazione, della costruzione e delle tecnologie marittime.